NEUROSIS & JARBOE - S/t

...this void...

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    NEUROSIS & JARBOE - S/t

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    Anno : 2003
    Etichetta : Neurot Recordings

    Tracklist:
    1. Within
    2. His last words
    3. Taker
    4. Receive
    5. Erase
    6. Cringe
    7. In harms Way
    8. Seizure


    Line-up:
    Jarboe : Vocals
    Scott Kelly - guitar
    Steve Von Till - guitar
    Dave Edwardson - bass guitar, synthesizer
    Noah Landis - organ, piano, samples
    Jason Roeder - drums
    Josh Graham - visuals



    Una parentesi che tralasciai a posta, perché a se stante, da considerare unica nel suo genere, e per questo isolata dal resto della discografia dei Neurosis. Passarono appena due anni dall’uscita dello psichedelico e mastodontico A Sun That Never Sets, e un nuovo full-length era in arrivo, ma la band di Oakland, non paga di ciò, scelse comunque di realizzare, forse più per amor proprio che per amore dei fan, un album unico, mettendo per un attimo da parte le voci di mille demoni rappresentate da Scott e Steve, chiedendo umilmente la collaborazione della demonessa per eccellenza, della loro musa ispiratrice, niente meno che Jarboe.
    Proprio lei, la voce degli Swans di Michael Gira (suo compagno anche nella vita), una delle donne che hanno fatto della voce uno strumento, capace di mettere a nudo l’animo umano.
    Dalla svolta dei Neurosis, esplosa definitivamente con Souls At Zero, la sua influenza è stata fondamentale, e proprio grazie a quell’album le due entità vennero a contatto. Jarboe sentì un loro brano, trasmesso da una radio indipendente (bei tempi penso io, ma anche bel posto gli States), e ne rimase impressionata, contattò la band e da quel momento rimasero in stretto contatto, un rapporto di amicizia allievo/maestro, fatto di rispetto e ammirazione reciproca. Finalmente, arrivò così la collaborazione, fatta di jam session della band, arrangiate poi dalla signora Jarboe in base ai suoi sinuosi, austeri e solenni arabeschi vocali. Il suono? Niente di più semplice, la psichedelia di ASTNS, il minimalismo frutto del processo compositivo del successivo The Eye Of Every Storm naturalmente, l’influenza della signora Gira, quindi un dark-industrial dalle tinte tribali, con forti accenni psichedelici.
    L’album si apre con Within, introdotta da un suono che più spaziale non si può, in quanto ricorda un motore in partenza, per chissà quale siderale destinazione, e l’alieno che è nella band esce allo scoperto, con tribale ritmo di batteria, e campionamenti che si sdraiano uno sopra l’altro.

    “I tell ya, if God wants to take me He will - He’s coming . . . “

    L’inizio è dei più belli e apocalittici mai sentiti, prima i sussurri che non lasciano speranza e ripete questo verso all’esasperazione, poi brevi frase intonate con una voce che è dell’angelico, ma è tutta finzione, perché poi il basso di Dave subentra e benvenuti a un martirio sonoro tribal-industriale.
    E il finale è ancora suo, di Miss Jarboe, che sa incantare con la sua voce.
    Lei è capace di sotterrare l’anima dell’ascoltatore sotto strati di emozioni suscitate, che si alternano nel giro di pochi secondi, che vibrano al cambiare della sua ugola.
    E allora spazio ai sussurri elettronici di His Last Words, dove la sua voce soffusa e filtrata arriva lontana e delicata, con i ricami elettronici di sottofondo, un semplice contorno alle chitarre che suonano leggere e ovattate, non ostiche come ci hanno insegnato i Neurosis. E aleggia sempre, la presenza dei Nine Inch Nails di Trent Reznor, quelli di Downward Spiral per essere sinceri.
    Gli effetti finali della canzone portano a Taker, aperta da leggeri arpeggi chitarristici che suonano molto shoegaze, e timida ma sensuale Jarboe, si muove leggiadra come un predatore che fiuta la sua preda, e danza intorno a questa, ripetendo nella sua mente

    “I don't care about yours
    I'll eat you alive
    It's up to you to push me out
    I'll just keep taking
    It’s the law of the jungle
    EAT OR BE EATEN
    EAT YOU ALIVE
    And I take and I take and I take and I take and I take and I take and I take and I take and I take and I take and I take and I take and I take and I take an a mal an a mal an I mal an I mal an I mal an I mal an I mal ANIMAL ANIMAL ANIMAL ANIMAL ANIMAL ANIMAL ANIMAL”


    Il rumore di sottofondo è la giungla che si anima quando il predatore afferra alla gola, e uccide.
    Receive è strettamente legata al sound della sua band più importante, riportando alla mente le escursioni apocalittiche che poi i Neurosis presero come loro e le portarono in un contesto più violento, ma la matrice folk è la medesima, intimista e secca. Un piccolo spazio di tranquillità dove abbandonarsi ai propri pensieri, cullati dalla voce di Jarboe. Ma la musica cambia presto quando arriva Erase, che parte distorta e ipnotica, accenni di riff strozzati, con la sua cantilena in sottofondo, e la batteria di Jason che da il la alle danze, una base chitarristica rumoriste, e la miss che cambia le carte in tavola, cancellando, come dice il titolo, ogni cosa, con una prestazione vocale al vetriolo, capace di far impallidire una qualsiasi vocalist metal moderna, pizzicando il sistema nervoso e giocando a nascondino la nostra psiche, inibita dai loops sintetici di Noah.
    Cringe è una pausa sintetica e incalzante, dove la voce di Jarboe prende forme astratte, poche parole, molti respiri e sussurri, incastonati in suono freddo e siderale. E le tastiere del finale sono di un’infinita bellezza, eterre, intime, ricordano i capitoli più belli dei Sigur Ròs, non quelli di Takk.
    Un album dal potere inibitore elevatissimo, capace di lasciare il segno nonostante non porti con se una tale violenza sonora da permetterlo, ma a questo loro non badano, né i Neurosis né Jarboe, che hanno fatto della violenza psichica la loro arma migliore, lontani dai decibel, dalle cieche sfuriate, loro picchiano, martellano, pungono silenti e costanti, come un metronomo.
    E il crescendo finale di In Harms Way e quanto di più vicino ci sia al sound neurotico, un lento sabba crepuscolare, gelido e cerimoniato dalla sacerdotessa Jarboe.
    E il tutto si chiude con gli undici minuti di Seizure. Ritorna il folk minimale, ritornano campionamenti distorti e giri elettronici siderali, una summa di tutto quello che hanno fatto nell’album, e una summa delle caratteristiche più visionarie dei due artisti in questione, con la voce di Jarboe che è un sogno, soave, che duetta con Steve, raggiungendo un pathos impressionate, un suono che diverrà fondamentale in TEOES, che dolcemente entra sotto la pelle per non uscire più, capace di dischiudersi lentamente e propagarsi, che vorrebbe esplodere, ma non riesce, che trova il vuoto, in fondo al cuore

    “I'm naked and I'm empty
    But I can't absorb this void
    Even as I sleep
    I feel you at my heart”
     
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    L'ho ascoltato stanotte prima di addormentarmi e devo dire che mi ha preso molto bene. Jarboe ha una voce incredibile, a tratti davvero inquietante.
     
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  3. Scp
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    l'unico loro lavoro che non mi ha preso più di tanto.. :(
     
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    Parassita
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    Per quanto mi riguarda, nonostante sia un'album condiviso con Jarboe, è uno dei miei preferiti dei Neurosis, il motivo ancora non lo so. Forse perchè ritengo che questo album sia stato fondamentale per la nascita di quel capolavoro (sempre a mio modesto avviso) che è The Eye Of Every Storm. Però io la presenza dei Nine Inch Nails la avverto in Taker, che mi rimanda a The Wretched di The Fragile...
     
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    CITAZIONE (Sciarpi @ 12/11/2008, 21:01)
    Un paio di considerazioni, visto che questa recensione (come sempre :inchino:) è stata pubblicata sul blog di Rock e Dintorni.
    Per quanto mi riguarda, nonostante sia un'album condiviso con Jarboe, è uno dei miei preferiti dei Neurosis, il motivo ancora non lo so. Forse perchè ritengo che questo album sia stato fondamentale per la nascita di quel capolavoro (sempre a mio modesto avviso) che è The Eye Of Every Storm. Però io la presenza dei Nine Inch Nails la avverto in Taker, che mi rimanda a The Wretched di The Fragile...

    Anche per me è uno dei migliori anche se ammetto di non averlo ascoltato moltissimo, per qualche strano motivo ce ne sono un paio che mi ascolterei di continuo, un paio buoni (tra cui questo) mentre altri non riesco ad ascoltarli oltre la quarta/quinta canzone (tipo A Sun That Never Sets), sarà la presenza di Jarboe che lo fa discostare dal trend degli altri dischi :mh:
     
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4 replies since 11/9/2007, 15:15   252 views
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