ANATHEMA - A Natural Disaster

(2003) la rinascita e l'attesa...

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    'I am a Shadow and I dwell in the catacombs which border the country of illusion hard by the dim plains of wishing'
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    È un errore comune il considerare la splendida copertina di Travis Smith come il risultato ispirato dall'ascolto del disco, infatti la band dichiarò che il lavoro era stato realizzato prima della fine delle registrazioni.

    “potrebbe essere interpretato in vari modi. Se consideriamo i fatti dell’11 settembre, tutto ciò potrebbe essere chiamato disastro naturale. Quindi una conseguenza naturale che è nata da persone cattive, religioni cattive, cattiva storia, comportamenti cattivi. Un marito che spara ed uccide la propria moglie, per un raptus di follia, anche questo è un disastro naturale. Fondamentalmente è il risultato di una scelta, una reazione ad un’azione fra persone. Quindi non può essere visto soltanto come la ribellione della natura ai misfatti dell’uomo, ma può essere vista come la stupida e stolta ribellione di alcuni uomini in reazione alla reiterata idiozia di diverse altre persone. Tutto questo è palesemente riferito ai fatti del World Trade Center e degli attentati in generale”.

    appunto...

    Feel free to comprehend
    What I see will never end
    I'm not me now a light has died
    Its too real to run and hide


    Harmonium” è un brano che ha più la valenza di un intro, fluttua nell'aria di una eterea melodia in attesa di infrangersi su un muro di chitarre per poi riagguantare nel finale nuovamente un clima trip pop ; maggiormente incisiva è “Balance”, sorprendente nel suo uso di controvoci elettroniche e riverberi a tappeto di un brano trasformato in un sussurro del cuore. È ancora tempo di stranirsi “Closer” ci risucchia lentamente in un caledeoscopico vortice sinuoso di vodocoder, inarrestabili ritmiche e distorsioni di chitarra, la trappola sende irrisorio il passar dei secondi, dilatandone il processo senza traccia di noia. Già è il tempo di fermarsi a riflettere, i contorni si fanno più chiari, non c è bisogno di violare l'affascinante booklet per accorgersi che Danny abbai firmato quasi tutto il disco, prende letteralmente per mano la band, conducendola in pacifici territori di dolce melanconia come “Are You There?” ,è il clima di pace dopo tante vicissitudini interne, la tranquillità sgorga dalla sua voce come un limpido ruscello incontaminato. Esteso nella successiva “ Childhood dream “, la chiameremmo strumentale, se non fosse per il suo potere rimembrativo che riesce a comunicare dentro il nostro animo, il lontano vociar di bambini(per la cronaca,la figlia di Smith, Jaden) fan scorrere il calendario all'indietro rapidamente, conservato tra gli occhi resta una sorta di onirico sogno ad occhi aperti. L'atmosfera è destinata a durar poco, giunge la straniera “ Pulled under at 2000 metres a second “ che in troppi han bollato frettolosamente come la “A Dying Wish del 2003” ,solo per somiglianze strutturali.
    Just freedom is only a hallucination
    That waits at the edge of the distant horizon
    And we are all strangers in global illusion
    Wanting and needing impossible heaven


    Bisogna cogliere i dettagli , il cantato di Vincent filtra disprezzo mutato ad angoscia tesa poi verso gocce di paura distillata nell'incendiario ritornello dal sapore Thrash vecchia scuola, Douglas in dieci anni è notevolmente cresciuto tecnicamente, il gruppo lascia spazio al suo intuito, e cioè mostra sempre i suoi frutti, Da metronomo si muta a peefetto esecutore di fraseggi degni di nota. Nella seconda parte del cd lascia spazio a composizioni chitarristiche nelle ballad, per poi aggiungersi in un secondo momento, è il caso della sinfonia del rimpianto “A Natural Disaster” cantata elegantemente da Lee Douglas in un ritmo dal sapore jazzato, concluso in maniera sognante da un mare di voci sovraincise a far risaltare il contenuto del testo.
    Torna poi dietro al microfono Vincent ,introdotto da nastri di chitarre registrate alla rovescia, traformando “Flying” in un incantesimo notturno di suggestive emozioni ,alle doti canore del moro vocalist succede un intenso assolo del fratello, un grido di note sequenziali vorticanti dritte al cielo in un arrestabile crescendo e poi riassopito all'unisono con la ritmica della conclusione. Nuovamente è il turno della serenità, la timida voce di Daniel che si fa spazio tra i pentagrammi per la onesta "Electricity" (che nulla aggiunge ne toglie alla valutazione complessiva del cd) che chiude una triade di brani dal sapore romantico di un essenzialità disarmante. L'ultimo brano ,come i fan oramai sono abituati ad immaginare, è una strumentale. Ma “Violence” mostra il lampo di genio inatteso, Les apre celestialmente con un giro di note dal sapore retrò , Douglas s'insinua nelle trame nella seconda parte , martellando sui tom progressivamente ,spalleggiato da un riff distorto di chitarra in crescita, culminante in capolavoro di John dietro le pelli: una sfuriata impetuosa in piena regola prima di uscire di scena e lasciare i riflettori puntati nuovamente sulla dolcezza del pianoforte e synt in lenta dissolvenza,quasi a incitarvi verso il regolatore del volume per assaporarne ogni minima sfumatura. Di questo disco compatto nella sua disomogeneità, preciso nelle sue imperfezioni, diviso durante il distacco dei due fratelli (che finiscono per spartirsi davvero i brani da cantare) in una sola parola:brillante.


    Layers of dust and yesterdays
    Shadows fading in the haze of what I couldn't say
    And though I said my hands were tied
    Times have changed and now I find I'm free for the first time
    Feel so close to everything now
    Strange how life makes sense in time now




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    Band interressante di cui però conosco solo The silent enigma, che ho molto apprezzato per atmosfere e costruzione di riff. Mi pare di capire che i tratti in comune tra le due produzioni ci siano, quindi me lo procurerò.
    Bella recensione!
     
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  3. JØHN
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    basta harmonium a mettermi a ko.
    in senso positivo naturalmente.

    poi..are you there.......
    bellissimo quest'album.
    così ho conosciuto gli anathema, non so se è un punto d'arrivo o cosa, sta di fatto che è un disco galattiQuo.
     
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    CITAZIONE (JØHN @ 3/10/2007, 11:04)
    così ho conosciuto gli anathema, non so se è un punto d'arrivo o cosa, sta di fatto che è un disco galattiQuo.

    Cito in tutto e per tutto l'affermazione del collega. Io pensavo di trovarmi di fronte a qualcosa di vagamente doom-gothic e simili. Invece, faccio partire il disco e vengo investito da questa luce calda, quasi sacra, con voci meravigliose ed emozionanti. C'è potenza nei riff e nelle chitarre, ma non è mai devastante. E' una potenza equilibrata, controllata e funzionale a staccare le parti vagamente trip hop. Ma in una traccia canta per caso una donna?
    Piacevolissima scoperta, che me li fa saltare in aria nella mia graduatoria del gusto.

    Adesso cosa devo fare? passare all'enigma silente?

    Bella anche la copertina, ma loro hanno un gusto estetico eccezionale.
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  5. JØHN
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    lascia perdere, sga, prosegui con a fine day to exit e judgement, poi lasciati andare in quella figata immonda che è ALTERNATIVE 4.
    vai a ritroso.
    gli album vecchi, quelli metallici, non mi piacciono.
     
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  6. Neuros
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    Questo è uno di quei album di cui vado fiero nell'averlo originale.
    Innanzitutto perchè l'artwork è bellissimo ed evocativo, in secondo luogo, manco a dirlo, per i contenuti musicali.
    Ho avuto la fortuna di intraprendere il percorso Anathema in senso cronologico e la giusta calma, apprezzandone l'evouluzione, ma come ha detto giustamente Fede, gli ultimi lavori sembrano fare testo a sè, perchè nonostante i punti di contatto, la differenza con gli esordi è evidente, ma la classe rimane uguale.

    A Natural Disaster è uno di quegli album che io amo definire notturni, perchè di giorno non rendono al massimo, e per fare un paragone potrei citare la costola degli Antimatter o gli Arab Strap, i Pink Floyd. Ma loro son tutto e niente, il loro suono è tutto e niente, ti prende in maniera silenziosa e ti trascina via con Closer e Are You There? culla in maniera dolcissima, rimbocca le coperte con i riverberi elettrici di Balance e Pulled under at 2000 metres a second, poi il finale in crescendo di Violence è la sveglia della mattina.
    Non è il mio preferito, ma ci va vicino.
    Bellissima la rece di Fede :inchino:
     
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    CITAZIONE (Neuros @ 3/10/2007, 12:38)
    A Natural Disaster è uno di quegli album che io amo definire notturni, perchè di giorno non rendono al massimo, e per fare un paragone potrei citare la costola degli Antimatter o gli Arab Strap, i Pink Floyd. Ma loro son tutto e niente, il loro suono è tutto e niente, ti prende in maniera silenziosa e ti trascina via con Closer e Are You There? culla in maniera dolcissima, rimbocca le coperte con i riverberi elettrici di Balance e Pulled under at 2000 metres a second, poi il finale in crescendo di Violence è la sveglia della mattina.

    Ti dò perfettamente ragione, anche sul parallelismo con i Pink e gli Arab Strap. Degli antimatter non saprei, li devo ancora scoprire.

    :whistling2:
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  8. JØHN
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    sta ping, dico, judgement è ancora più notturno..
     
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  9. lo sbudellatore
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    disco bellissimo che vola meno di quello che potrebbe per una produzione scadente.

    flying la adoro, con quel suo crescendo di chitarra nella parte finale.
     
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    CITAZIONE (Sgabrioz @ 3/10/2007, 11:59)
    CITAZIONE (JØHN @ 3/10/2007, 11:04)
    così ho conosciuto gli anathema, non so se è un punto d'arrivo o cosa, sta di fatto che è un disco galattiQuo.

    Adesso cosa devo fare? passare all'enigma silente?

    Bella anche la copertina, ma loro hanno un gusto estetico eccezionale.

    fai a ritroso...
    A Fine Day To Exit... :) che sarà il prossimo anche ad essere pubblicato...

    CITAZIONE
    Questo è uno di quei album di cui vado fiero nell'averlo originale.
    Innanzitutto perchè l'artwork è bellissimo ed evocativo, in secondo luogo, manco a dirlo, per i contenuti musicali.

    digipak pride :inchino: :inchino: madò ...

    CITAZIONE
    Cito in tutto e per tutto l'affermazione del collega. Io pensavo di trovarmi di fronte a qualcosa di vagamente doom-gothic e simili.

    invece è roba che han abbandonato dal 1995....
    ma in tutti i dischi c è sempre un brano un pò più pesante che tributa il apssato, qui Pulled... di cui aggiungo una testimonianza visiva:

    tratta da "Were You There" , dvd che raccoglie sopratutto una tracklist fondata sull ultimo disco, visti i problemi contrattuali di allora, che davano noie sul poter disporre dei pezzi del periodo Peaceville ( buffo eh? manco i pezzi loro ) con la quale c'era attrito per aver pubblicato un doppio disco di finte rarità senza il pieno consenso della band...
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  11. zugone
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    Disco bellissimo. :corna:

    Ogni volta che ascolto due perle come Are You There e A Natural Disaster mi emoziono tantissimo......da pelle d'oca. :wub:
     
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    Ma chi è questa Lee Douglas che canta in " a natural disaster"? Mi ha ricordato beth Gibbons dei Portishead :wub:.
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  13. lo sbudellatore
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    è una di famiglia, eh eh.
     
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    la cugina di Danni e Vincent?

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    CITAZIONE (Sgabrioz @ 3/10/2007, 14:18)
    Ma chi è questa Lee Douglas che canta in " a natural disaster"? Mi ha ricordato beth Gibbons dei Portishead :wub:.

    la sorella di Douglas... il batterista... tornato nella band dopo Alternative 4, propose alla band lei... che appare anche nei precedenti due dischi... ora è considerata membro della band a tutti gli effetti ...

    la cover di Glory box l han fatta davvero... :D
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20 replies since 3/10/2007, 00:52   428 views
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