In The Woods...

Sounds from ancient times

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  1. Neuros
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    La terza punta di diamante, ogni scena ne ha tre.
    Nell'avantgarde loro affiancavano, al parere del sottoscritto, Ulver e Arcturus, gli altri stavano dietro.
    Cresciuti agli inizi degli anni '90 tra le fredde foreste norvegesi, che ne ispirano il nome, l'immaginario e la musica, quando il chitarrista dei Green Carnation Tchort lasciò la band da lui stesso fondata, per passare agli Emperor, i membri rimanenti concepiscono il nuovo progetto musicale In the Woods.
    Ed ecco che danno alle stampe il demo Isle Of Men, ora oggetto di culto nella versione originale del 1993, ma ristampato nel 2006 , al quale seguì poco dopo il secondo demo Rehearsal. Due album che già mettevano in luce la classe compositiva del combo, capace di distaccarsi dalla consuetudine black metal per raggiungere lidi sonori quasi prog e folk in certi frangenti, arrivando due anni dopo, alla pubblicazione del primo tassello fondamentale:

    Heart Of Ages (1995)

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    Primo capolavoro che trascende gli schemi del black metal. Alle sporadiche passeggiate in ambito prog rock, fatte di arpeggi trascendentali, si uniscono atmsofere epiche e magniloquenti, che in alcuni fraseggi rallentano in maniera ossessiva, lambendo lidi doom-death cari ai primi Anathema, sopratutto quelli di The Silent Enigma, mentre si aprono scenari atmosferici pianeristici o di ambient che porta alla mente il Burzum di Filosofem, ma anche quello di Det Som Engang Var nei passaggi tirati e ipnotici, senza lesinare in alcuni momenti le sfuriate del black norevegese classico, quello furente come una belva. Capace di fare gli occhi dolci, citando i 3rd And The Mortal, grande influenza per tante band, ma dimenticati dal pubblico.

    E dopo un ep come Returne To The Isle Of Men, che racchiude i primi due demo, con l'aggiunta di due bonus track, arriva quel capolavoro inarrivabile, che risponde al nome di :

    Omnio (1997)


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    Signori, vi giuro che questo è uno di quegli album capaci di segnare nel profondo, di cambiare la propria percezione musicale.
    Le componenti primigenie ci sono tutte : metal, ambient, progressive, elettronica e strumenti classici, questo quanto gli In the woods riuscirono a creare in maniera limata e sopraffina in “Omnio”, che già dal titolo mette in guardia l'ascoltatore. Tutto, ma tutt cosa?. Con l’opening track “299 796 km/s” già ci si trova al cospetto di un capolavoro che unisce tutti gli elementi della band, un brano progressive nel suo incedere, difficile, ma sublime una volta assimilato, sorretto dallìalternanza di metal e intermezzi melodici classicheggianti, dovuti anche al “The Dust Quartet”, quartetto d’archi norvegese che impreziosisce ulteriormente le già perfette orchestrazioni della band e il favoloso duetto dei vocalist Jan e Synne. Un intenso brano di un 'equarto d’ora e più dalle architetture sorprendenti, assolutamente uno dei migliori pezzi mai realizzati dalla band. Il metal c'è ma è differente, è veloce, grezzo, ma si distacca dal black, e poi come detto i due vocalist, Synne soave come una foglia che cade da un albero, e Jan, una voce straordinaria, evocativa, potentissima.
    “I am you flesh” inizia come veloce brano metal, rallentando drasticamente i ritmi dopo circa due minuti per arrivare su lidi doom che ricorda i primi Anathema e My Dying Bride, fatta eccezione per la voce pulita e teatrale di Jan. “Kairos!” è un pezzo doom, cantato stavolta dalla sublime voce di Synne e con una delicata outro acustica.
    “Weeping willow” ci ribadisce l’amore della band per le melodie progressive (Pink Floyd e King Crimson in primis), con le soffuse tastiere del guest Arve Lømsland a fare da contrappunto all’ottimo lavoro chitarristico dei fratelli Botteri e ci introduce nella monumentale (quasi) suite di “Omnio?”, divisa in tre parti: la suggestiva “Pre”, a cavallo fra atmosfere tipicamente goth e progressive (nuovo richiamo ai 3rd And The Mortal), la psichedelica e antica “Bardo”, per concludere in bellezza l’album con una “Post”che riprende appunto “Pre” nel suo incedere barocco, conclusa da un finale da brividi.

    Passano altri due anni e arriva la riprova della classe superiore del combo norvegese:

    Strange In Stereo (1999)

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    Si pensi a trovare l'album in un qualsivoglia negozio di dischi e leggere un titolo del genere. Con una cover artwork del genere.
    Un appassionato di sonorità sperimentali non se lo lascia sfuggire, ecco come conobbi gli In The Woods :rullo:
    I tratti della band ci sono tutti, ma limati ancora, alleggeriti nelle strutture portanti.
    una concezione musicale eterea e misteriosa, quasi indecifrabile. Tutto si fa decisamente sfuggente e sfumato. pur rimanendo in campo rock-metal, con forti influenze prog, non ci sono più le lunghe suite del passato, né sfuriate metal; i riff vengono quasi accantonati, per lasciare spazio maggiormente ad andamenti chitarristici fluidi, melliflui, sempre al confine con dei solos, i ritmi mediamente si sono rallentati e l'attrazione verso soluzioni gotiche si fanno più palesi. La presenza prog nel disco si fa più marcata che in passato , preponderante, con un occhio di riguardo ai Pink Floyd di "Meddle" e "Atom heart mother", sentire ad esempio i sapmpels spaziali di Dead Man's Creek, oppure la lunga e drammatica Generally More Worried Than Married. E sparsi qua e là, alcuni fraseggi elettronici e spunti trip-hop a la Portishead. Oppure la teatralità espressa da Jan in Titan Trascendence. Che voce. Un album ostico, vero, ma capace di catturare e non lasciare la presa, capace di farsi ascoltare, come Omnio, a distanza di anni, caratteristica delle grandi band.

    Nel 2000 gli In the Woods pubblicarono il loro ultimo album Three times seven on a Pilgrimage, una compilation con B-Side dei singoli , alcune cover di Pink Floyd, Jefferson Airplane e King Crimson, e alcuni loro brani riarrangiati (compresa la nuova versione di Child of Universal tongue).
    Per finire la chicca live Live At Caledonian Hall, ritratto di una band totale sotto qualsiasi punto di vista.
    Questi sono gli In The Woods.
    (p.s. in ambito avantgarde li ho sempre ritenuti superiori a tutti, proprio perchè non hanno mai avuto Garm tra le proprie fila :asd: )

    Line-Up:

    Christian Botteri - Basso
    Christopher Botteri - Chitarra
    Christer Andre Cederberg - Chitarra
    Anders Kobro - Batteria
    Synne Larsen - Voce
    Jan Kennet Transeth - Voce

    Discografia:
    Isle of Men-Demo, 1993
    Rehearsal-Demo, 1993
    Heart of the Ages-Full-length, 1995
    White Rabbit-Single, 1996
    A Return to the Isle of Men-Full-length, 1996
    Omnio-Full-length, 1997
    Let There Be More Light-Single, 1998
    Strange In Stereo-Full-length, 1999
    Epitaph-Single, 2000
    Three Times Seven on a Pilgrimage-Best of/Compilation, 2000
    Live At The Caledonien Hall-Live album, 2003
    Isle Of Men-Full-length, 2006

    Edited by Neuros - 7/1/2008, 17:05
     
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  2. Johnny, è quasi magia
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    possiedo solo i bellissimi Omnio e Strange In Stereo, tra i quali preferisco il secondo. Ottima scheda. c'è scritto proprio tutto.
     
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    So poco sull'avangordo (cit. neuros), e quel poco che so sono gli arcturus, ulver ed appunto gli Nei Boschi.


    Lo stesso Neuros mi ha prestato "Omnio", e mi ha letteralmente emozionato come prova. Assolutamente una musica sublime, effimera, ricercata. Un insieme di suoni e coralità che riprendono il gusto neoclassico, lo fondono con le tradizioni dellascena scandinava metal più blacckosa, e lo elevano a processo di evoluzione stilistica.

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    3 capolavori su 3 dischi, non è niente male :inchino:
    (tra l'altro X-Botteri ha il mio nome preferito nella scena musicale, stupendo :wub: )

    L'esordio è un ottimo disco black metal, riconducibile come suono all'esordio dei Fleurety e dei Ved Buens Ende, dei tre dischi citati però ad essere onesto preferisco quello dei Ved Buens Ende.
    Ma il bello viene dopo, Omnio per me è il loro capolavoro assoluto, lo preferisco a Strange In Stereo perchè quest'ultimo (nonostante sia un discone) perde completamente quella cattiveria del black metal che per me in Omnio ci stava così bene, la chiusura con le tre parti della title-track è fantastica :inchino:

    Il live è ottimo però seguendo il discorso fatto con Strange In Stereo perde completamente gli elementi metal, anche nelle canzoni prese dai primi due dischi, non c'è la presenza nemmeno del più piccolo cantato in scream che ci sarebbe stato così bene, bellissimo però da ascoltare anche perchè registrato proprio in occasione dell'ultimo concerto ufficiale del gruppo, che aveva già deciso di sciogliersi, emozionante :emo:


    CITAZIONE
    (p.s. in ambito avantgarde li ho sempre ritenuti superiori a tutti, proprio perchè non hanno mai avuto Garm tra le proprie fila :asd: )

    Ayeh, nonostante Garm faccia gruppo a parte (ovvero, Garm --------------> (dovrebbe essere più lunga) resto del mondo avangarrrrde) per me non bisogna sottovalutare gli altri due lupi rimanenti, Skoll (il più grande bassista avant-garde e tra i primi 5 black senza ombra di dubbio, un'icona) e un certo Smerdolo tra i colleghi di Garm, Garm è bello e bravo ma senza di loro ho l'impressione che combinava la metà di quello che ha fatto :sisi:

    Comunque io preferisco maggiormente l'altra faccia dell'avangarrrrde, Sigh e Solefald li trovo superiori ai suddetti, onore comunque a questo gruppazzo che anche coi Green Carnation ha continuato a tirar fuori capolavori

    P.s. si chiamano In The Woods... (i puntini andavano di moda evidentemente), ti modifico :sediata:
     
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  5. Neuros
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    CITAZIONE (the_emperor @ 15/4/2007, 17:20)
    P.s. si chiamano In The Woods... (i puntini andavano di moda evidentemente), ti modifico :sediata:

    Vero vero, mea culpa :emo:
     
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    Amuuuuuuuuuuuuuuuuuure :wub:
    Gli In The Woods... sono così fighi, così emozionanti, così sublimi... :wub:
    Sta settimana credo di aver ascoltato una decina di volte un qualsiasi loro album...
    E li præfero anche ai Sigh e ai Solefald -_-
    Poi sinceramente i cantanti hanno delle voci bellissime e ogni volta che ci penso mi incazzo perché si sono sciolti :cry:
    Il live è davvero interessante, sto anche provando ad "eMulare" il video, ho solo trovato la seconda di omnio su internet.. :sisi:
     
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  7. Neuros
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    Fossero come questo tutti gli album di riempimento (ovvero cover, b-sides, versioni remastered) la musica sarebbe migliore :sisi:
    Enorme.
     
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    Epitaph :wub:
     
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  9. Neuros
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    CITAZIONE (PøL @ 19/4/2007, 23:02)
    Epitaph :wub:

    E Karmakosmik, potrei svenire :wub:
     
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  10. Neuros
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    In The Woods... - Omnio :perv:
     
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    Stamattina mi sono risentito Omnio, veramente un capolavoro :wub:
    299 796 km/s è incredibilmente coinvolgente, Weeping Willow ha una parte iniziale stupenda, Kairos! onestamente la preferisco nel live, ma è con Omnio che si ha il vero capolavoro del disco, il modo in cui Pre e Post sono messe in contrapposizione (soprattutto per i testi che si completano, prima al presente poi al futuro, se non sbaglio le parti che in Pre sono cantate dalla voce maschile in post sono cantate da quella femminile e viceversa) è superlativo, con quell'intermezzo strumentale di Bardo che molti altri gruppi neanche riuscirebbero a immaginare, l'unica pecca per me è la scelta di non usare mai lo scream (tranne un paio di arghhh, per il resto :inchino:
     
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  12. Neuros
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    da lacrime :inchino:
     
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    http://metalitalia.com/articolo/in-the-woo...rto-oddvar-moi/

    Bruttissima notizia.
     
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