NEUROSIS - Through Silver In Blood

Giorno 5 : dall io a una visione cosmica

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  1. Neurosjb
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    Neurosis - Through Silver In Blood (1996)
    (Relapse Records)


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    Tracklist :

    1. "Through Silver In Blood" – 12:11
    2. "Rehumanize" – 1:46
    3. "Eye" – 5:17
    4. "Purify" – 12:18
    5. "Locust Star" – 5:48
    6. "Strength Of Fates" – 9:43
    7. "Become The Ocean" – 1:27
    8. "Aeon" – 11:43
    9. "Enclosure In Flame" – 10:19

    Line-Up :

    Scott Kelly (guitars, vocals, percussion)
    Steve Von Till (guitars, vocals, percussion)
    Jason roeder (drums, percussion)
    Dave Edwardson (bass, voice, moog)
    Noah Landis (keyboards, samples, tapes)
    Pete Inc. (live visual media)



    Attraverso argento nell'anima
    Ci leviamo in piedi giudicati
    Non da occhi di carne, quando
    I tempi del transito attraversano
    La visione della preda consumata*
    Sempre meno corpo.
    Sempre più anima.
    Enfasi di un cosmo che ognuno racchiude all’interno di sé.
    Questo è Through Silver In Blood.
    Registrato da Billy Anderson ai Brilliant and Coast Studios di San Francisco, Through Silver In Blood è il quinto full-length ufficiale dei Neurosis e in maggioranza assoluta è definito l’opera somma della band.
    Nonostante realtà come il Death, Black e Thrash Metal fossero oramai affermate da anni, già Souls At Zero suonò come un campanello d’allarme nell’estremismo sonoro. Ed ecco che questa nuova opera del sestetto di Oakland sposta un gradino più avanti la concezione di estremo. Una violenza non fine a se stessa, né fisica, bensì morbosa e cerebrale, e nella musica pochi sono i paragoni che posso fare in questo ambito, ovvero Swans, Godflesh, My Bloody Valentine, Converge, Tool e pochi altri.
    Curioso come silente e assassino il 1996 vide l’uscita di due album che segnarono l’avanguardia sonora : il masterpiece dei Neurosis e quello dei Tool, Aenima.
    Un’intensità estrema e omogenea, ma non per questo priva di sfumature udibili solamente dopo decine di ascolti davvero attenti, un po’ come accade per il caleidoscopio sonoro che prende il nome di Focus dei Cynic.
    Album dalla portata enorme, del quale si accorse la Relapse, che strappò la band dall’underground dell’Alternative, che scalzò definitivamente la Earache e portò il combo nell’olimpo della musica, donandole la visibilità meritata con determinazione, tirando fuori le unghie e sputando sangue, sangue che ora caccia chi ascolta i loro lavori. Ci addentriamo così in un universo mai così buio ed etereo, dove le caratteristiche della band trovano la loro perfetta dimensione, sempre più pregne di fughe dal sapore ambient, opera del nuovo membro Noah Landis e arabeschi acustici che portarono a coniare un termine per definire il sound della band, overro “apocalyptic folk”.
    L’album si apre con la title track, così come si era chiuso Enemy Of The Sun, ovvero con un ritmo tribale trainato da percussioni e synth di sottofondo, che pare portarci alla scoperta di una foresta nel cuore della notte, echi di sottofondo si fondono con distorti arpeggi di chitarra, Roeder ormai è una granzia alle pelli, ma da quest album in poi le percussioni sono anche frutto dell’immenso lavoro della coppia Kelly-Von Till. Subentrano riff infetti e glaciali, sostenuti da un Jason mai così preciso ed efficace, mentre sottili polveri industriali si spargono nell’aria, in una continua progressione tra monolitici riff e armonie velenose. Mai i Neurosis hanno imbastito una tavola così ricca di sulfuree pietanze, e loro, da conviviali antichi declamano il nostro dissolversi, come bene evidenziano le quattro righe che introducono questa recensione. Distorsioni disturbanti ormai sono arma sanguinante della band, in quanto utilizzate per ferire anche nei precedenti lavori, ma continuano a sorprendere e far male, preludio di un finale che riprende il ritmo d’apertura, ma in maniera maggiormente frenetica e vorticosa. Più di dodici minuti di oblio.

    “Bleeding one
    Bleed alone
    Breeding love”



    La piccola parentesi campionata di Rehumanize, non fa altro che far crescere in maniera inesorabile la tensione, che sfocia inesorabilmente nei ritmi sincopati di Eye, song che riporta direttamente ai primi veri esperimenti sonori di Souls At Zero, tanto è grezza e deviata nel suo incedere. Frenesia messa in musica, disperazione e crudeltà.


    “Our destiny awaits
    Survival of our wrath
    The frigid apparition
    Waits silently transcendent”



    I rumorismi che escono dalla chitarra di Steve altro non fanno che rendere l’atmosfera più claustrofobica possibile, rallentando quando necessario il mood della song, con echi che fanno ricordare appunto la devastante The Web, chiidendosi con sinistri echi metallici. L’ambient spaziale ci da il benvenuto in Purify, un piccolo anfratto di solitudine :


    “Can you feel your fate
    Can you see you're
    Biding time hide
    From your life”



    che verrà ripreso dal lavori solisti di Scott e Steve (soprattutto da quest’ultimo); prologo che si interrompe in maniera solenne lasciando spazio a parabole malvagie disegnate da arcigni riff di chitarra, che lasciano il spazio a soffi di rumore inscenati dalle bacchette di Roeder e dal basso di Edwardson, e in sottofondo cornamuse disegnano spazi musicali stranianti e ipnotici mai uditi prima.
    Un percorso mai così tortuoso, ma necessario per raggiungere anfratti spaziali dove regnano unicamente freddo, silenzio e la fioca luce delle stelle. Una più delle altre ci chiama a se, magnetica e calda, stella che guida le nostre menti e ci conduce al sapere supremo. Locust Star. Aperta da un cadenzato ritmo di percussioni, esplode in tutta la sua magnificenza, suggellata da chirurgiche schegge chitarristiche, che incidono sempre nel medesimo punto, senza perdere mai di vista l’obbiettivo, noi. Un’iconoclastia severa e nichilista che danza severa sopra le nostre teste.

    “You all lower me
    Christ's shine blinds
    Your world
    Your belief is scars”


    Nel finale sono i latrati di Steve a fare da padroni, mentre in secondo piano i vocalizzi isterici di Scott, completano un quadro di perdizione e macabro piacere.
    La tensione non accenna a calare, neanche con l’oscura litania di Strength Of Fates. Dolci note di piano e sussurri di synth ci accolgono con lo sguardo basso, quasi a non voler incrociare il nostro sguardo, mentre Scott narra tutta la sua frustrazione, implorando perdono e chiedendo conforto.

    “On this earth - lay me down
    Soil my blood - this shell will fade
    Gods with eyes - i'm ready now
    At the hanging tree - giver of life
    Great mother heal - I will rise”



    Conforto che non arriva, ma al contrario, viene rifiutato e condannato alla dannazione eterna da cadenzate chitarre e oscuri tocchi di keys. E ci si perde in un finale che è un trip dannato, una macumba dalla quale non si può scappare, e l’arrendevolezza porta a Become The Ocean, oasi buia prima del deserto di Aeon.
    Un deserto battuto da una brezza leggera e suadente che prima è un piano sussurrato, poi una breve intermezzo tribale supportato dalla melodia acustica di Steve, ma la brezza ben presto si tramuta in bufera, una bufera di riff che portano via ogni cosa, che come nelle notti d’inverno si placa in pochi minuti lasciando spazio a una nuova brezza, ma echi metallici lontani ci annunciano che la calma è apparente, e una nuova folata violentissima torna a spazzare la nostra anima, sostenuta da un flavour industriale e meccanico che non fa prigionieri, mentre strisciano in secondo piano keys pompose e d’atmosfera, che portano verso luoghi siderali mai raggiunti. E all’improvviso tutto è quiete, una quiete che pervade e inibisce i sensi, portando la song a morire così come era iniziata.
    Ci si aspetta un finale quieto come quello del suo predecessore, e invece no.
    Through Silver In Blood mostra la sua coerenza fino in fondo. Un cammino di dannazione e dolore, di urla e silenzi. Arpeggi soffusi orchestrati dalla voce sospirata di Scott paiono un anestetico inebriante, ma a poco serve, per combattere il dolore che provocano le note sepolcrali che fanno da sostegno a Enclosure In Flame. Un retrogusto acido e doom pervade tutto il componimento, alternato alle ingannevoli pause di riflessioni, quasi come se fossero poste appositamente per pensare ai nostri peccati e liberarcene :

    SIlently praying for
    Enclosure within the
    Flame of origin



    Mai finale più azzeccato. La band ci purifica in maniera lenta e solenne, arrivando a una totale visione del nostro dolore, causa della nostra finitezza, elevandoci a status superiore, portandoci a un tutto uno con il cosmo che è in noi.
    Questo è Through Silver In Blood. Espiazione e rinascita, che passano attraverso l’argento, e che possa piacere o meno, lo scopo dell’album e questo, e se alla fine di esso, sarete pervasi da una violenta emozione di tranquillità, allora la band avrà raggiunto il suo scopo, e non potrete più farne a meno.

    *Blood è sinonimo di soul in questo caso, per questo ho utilizzato la parola anima nella traduzione (anche Steve la pensa come me :wub: )
    Stay tuned, Neurosjb

    Edited by Neurosjb - 8/3/2007, 21:13
     
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  2. BloodRiotGrrrl
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    Madonna, che recensione :inchino:

    Finalmente oggi posso permettermi di commentare questa tappa della tua maratona Neurosisiana!
    Che dire, questo è l'unico album dei Neurosis che ho, lo devo ancora metabolizzare bene, però ho già la certezza che come sottofondo per scrivere va benissimo! Ti svuota la mente e ti fa buttare fuori tutto in un modo impressionante!
    Anzi, dopo me lo riascolto e prossimamente approfondisco per bene questa band!
     
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    'I am a Shadow and I dwell in the catacombs which border the country of illusion hard by the dim plains of wishing'
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    certamente più aggressivo, tribalista da esaltare il sound (le percussioni vengono usate benissimo per tutto il disco) per rendere il disco ancora più distorto,malato e parossistico... Locusy Star è per me il più bel pezzo mai scritto nella storia dei neurosis.
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  4. Neurosjb
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    CITAZIONE (BloodRiotGrrrl @ 8/3/2007, 21:09)
    Madonna, che recensione :inchino:

    Finalmente oggi posso permettermi di commentare questa tappa della tua maratona Neurosisiana!
    Che dire, questo è l'unico album dei Neurosis che ho, lo devo ancora metabolizzare bene, però ho già la certezza che come sottofondo per scrivere va benissimo! Ti svuota la mente e ti fa buttare fuori tutto in un modo impressionante!
    Anzi, dopo me lo riascolto e prossimamente approfondisco per bene questa band!

    E addirittura. :wub:
    Grazie Annet. :wub: :emo:
    Questo è l'album che preferisco. E ci credo che ti sia piaciuto subito :inchino:
    Qui c è tutto quello che i Neurosis sono stati e saranno in futuro, ma non si pensi che i capolavori finiscano qua :perv:


    CITAZIONE
    certamente più aggressivo, tribalista da esaltare il sound (le percussioni vengono usate benissimo per tutto il disco) per rendere il disco ancora più distorto,malato e parossistico... Locusy Star è per me il più bel pezzo mai scritto nella storia dei neurosis

    Il mio preferito è un altro,ma sicuramente tra le prime cinque. Magnific :wub:
    Le percussioni sì, sono un'arma devastante. :yeah:
     
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  5. Modicarcass Of Death™
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    Recensione monumentale, per un disco di importanza e bellezza monumentale.

    Through silver in blood, locust star, eye e la agghiacciante enclosure in flames...........che altro aggiungere oltre al fatto di doverlo possedere questo disco?
    Grande Simone :corna:
     
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  6. Fuzzaliciouzz
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    Oddio inchinissimi per il disco e la recensione. :inchino: :inchino: :inchino:

    Ma ti sei messo a recensire tutta la discografia dei Neurosis? Sei un folle. :clap: :roftl: :roftl:
     
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  7. DaveJWarner
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    CITAZIONE (Fuzzaliciouzz @ 9/3/2007, 00:48)
    Oddio inchinissimi per il disco e la recensione. :inchino: :inchino: :inchino:

    Ma ti sei messo a recensire tutta la discografia dei Neurosis? Sei un folle. :clap: :roftl: :roftl:

    e io quella dei death :perv:
     
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  8. Neurosjb
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    CITAZIONE (Fuzzaliciouzz @ 9/3/2007, 00:48)
    Oddio inchinissimi per il disco e la recensione. :inchino: :inchino: :inchino:

    Ma ti sei messo a recensire tutta la discografia dei Neurosis? Sei un folle. :clap: :roftl: :roftl:

    Beh tanto sano non sono per fare una cosa del genere :yeah: :yeah: :yeah: :rido:
    Grazie per i complimenti :emo:
     
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  9. Fuzzaliciouzz
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    ho sfogliato un pò l'indice e ho scoperto che neuro non è l'unica "macchina da recensione", anzi c'è anche di peggio :woot:
    adesso sono stanco domani me le leggo tutte :sticazzi:
     
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  10. Drukqs
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    https://www.youtube.com/watch?v=fmdmnnv2NkY

    solo rabbia :D guarda il noah...

    grandi. questo è un discone. subisci passivamente l'ondata di violenza e ne sei felice.

    da brividi.
     
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  11. Neurosjb
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    CITAZIONE (Drukqs @ 9/3/2007, 07:21)
    https://www.youtube.com/watch?v=fmdmnnv2NkY

    solo rabbia :D guarda il noah...

    grandi. questo è un discone. subisci passivamente l'ondata di violenza e ne sei felice.

    da brividi.

    :rido: :rido: :rido:
    Mena il suo strumento.
    Che emozione :inchino: :inchino: :inchino:
     
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  12. Eclipze
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    Recensione strepitosa per un disco imperdibile.
    Complimenti davvero, quando ho tempo mi leggo anche le altre (Neurosjb mito! :D )
    Through Silver in Blood è uno dei miei preferiti dei Neurosis.
    Mi è arrivato originale proprio pochi giorni fa, inutile dire che anche l'artwork è perfetto.

    Questa una riflessione sull'album che ho fatto tempo fa:

    "Il primo disco dei Neurosis che ho ascoltato.
    Bellissimo.
    I momenti tribali, ossessivi e psicotici, sono il punto di forza di un disco che è un vero e proprio macigno. Chitarre pesantissime che ti urlano in pieno viso mentre la batteria esplode con tempi rallentati, pesantissimi e al tempo stesso di una potenza travolgente, prima di tornare a intrecciarsi in ritmiche allucinogene. Urla inumane, che sono quasi liberatorie quando la musica si gonfia e ti inonda il cervello (il suono del basso distorto è corrosivo, ruggine e olio bollente al tempo stesso).
    Gli inserti industrial sono un'altro punto di forza, con i loro ronzii, soffi, sfiati di vapore e stridere di acciaio sporco, diventano parte integrante della musica.
    Poi gli stacchi d'atmosfera rendono Through Silver in Blood ancora più alienante.

    Come perdersi in un'industria decadente, forse abbandonata, ma che ti possiede ancora, ed è in grado di piegarti con forza, di farti sentire il suo peso, il suo sguardo, la sua violenza, accumulata negli anni.
    E' molto bella la contrapposizione tra certe parti meccaniche e fredde ad altre calde e sofferte (ad esempio l'inizio di Purify, con i rumori metallici che si intrecciano con gli arpeggi di chitarra, così desolati, prima delle nuove, esplosioni meccaniche; oppure Strength of Fates, con un arpeggio che sommerge pochi versi sofferti e rumori ambientali, come ricordi - o spiriti - del passato).
    Locust star è una marcia, faticosa e dolorante, lungo un percorso di macerie, fumo, fiamme, dolore
    E' un continuo espandersi e ripiegarsi, implodere ed esplodere.
    Through silver in Blood è l'ennesimo capolavoro"
     
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  13. Neurosjb
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    Concordo in tutto con quello detto da Eclipze ;)
    Del resto non ho mai nascosto neanche io che TSiB sia stato il primo che abbia ascoltato dei sei tristoni :roftl:
    Lo acquistai quattro anni fa a Londra per il modico prezzo di 6.99£ :inchino:
     
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  14. Edvard Munch
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    Bel lavoro Neurosjb, davvero. Pian piano leggerò pure le altre, son partito da questa visto che si tratta probabilmemte del mio disco preferito di questa enorme band.

     
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    When all is said and done there's no love lost
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    Anche se è una cazzata lo scrivo anche qui perchè c'è molta più probabilità che ci sia gente che conosce, tanto per capire se sono solo io che ho le visioni auditive...

    Confrontate la tastiera iniziale di Aeon con la tastiera/chitarra di Upon Raging Waters dei Mithotyn, sono uguali, solo che la seconda versione è velocizzata :lol:
     
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15 replies since 8/3/2007, 21:04   690 views
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