Confessor

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  1. PINTØTTO (Pintottus Pinti)
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    Formazione:
    Scott Jeffreys - Voce della famosa band techno-thrash Watchtower
    Shawn McCoy - Chitarra
    Brian Shoaf - Chitarra
    Cary Rowells - Basso
    Steve Shelton - Batteria

    L'aspirazione dei Confessor era fare musica purificatoria per l'anima. Il loro punto di riferimento erano i Trouble, e sono stati una delle band più importanti del genere doom, specialmente per quanto riguarda il suo sviluppo verso forme diverse da quelle classiche ottantiane, nella fattispecie la loro particolarità stava nella ricerca della freddezza perfetta, la voce di Scott era qualcosa di assolutamente asettico, pulita e tutta su tonalità alte, tutto innaturale, tutto artificioso e freddo. La ricerca forsennata nella tecnica era un modo per scolpire nella materia musicale delle forme inedite, ma allo stesso tempo austere e severissime, dotate di pomposità classica ma di un aspetto ben lontano dall'heavy metal e dal doom tradizionale, anzi molto aperto verso il futuro, percussivismi quasi industrial, o a un passo dal jazz, senza mai ammorbidire il monolite spigoloso e clasustrofobico da loro creato con dei chitarroni geometrici quanto puliti e marmorei, ma pur sempre non classici, nemmeno negli assoli, più fusion che heavy metal, ma pur sempre rari, perchè in ogni caso non è il virtuosismo chitarristico la parte saliente della loro ricerca tecnica. Non rivoluzionari, ma originali, pur nel loro ispirarsi a una idea di fondo Voivodiana, e capaci di concretizzare un esordio molto compatto e di canzoni omogenee e concentrate su una intuizione ottima e vincente, così importante che quasi era inutile dare un seguito all'esordio, e infatti la loro discografia consiste in una serie di demo ed ep, di cui non è il caso di parlare e due full, cui l'ultimo dopo la rifondazione del gruppo a distanza di parecchi anni.

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    Condemned [1991]
    La cosa più interessante, è l'approccio al doom con ritmiche non convenzionali, poliritmi, soluzioni strane, pezzi sincopati e assolutamente avanti per essere ancora nel 1991, come i Meshuggah, ma in modo un po più lucido per essere ancora nel 1991(!!!) e soprattutto in territori dove la lentezza è tutto (il che si presta ad un approccio più pacato e "matematico" all'esperimento). La forma-(dura-ma)-DEforme viene esaltata nell'irregolarità assoluta di Collapse Into Despair, dove la ripetitività del doom canonico fa a cazzotti con un drumming tanto groovy e dominante quanto sempre precario e sull'orlo della crisi. L'off beat è il perno di tutto, il basso non è affatto invasivo, anzi, sta quasi in disparte (non di certo in Uncontrolled), a guardare la dicotomia stridente e spettacolare tra la piattezza insistente delle chitarre e la creatività assoluta della batteria, il che è simpatico, perchè sovverte in un certo senso i canoni del metal tradizionale, specie poi del doom, dove la batteria spesso e relegata a cornice. Le strutture dei pezzi son così complesse che è pure complicato distinguere i bridge perchè infondo sono tutti ricami ritmici incidentali ai pezzi, come il finale della singhiozzante Defining Happiness, forse il pezzo meglio cantato dell'album, un'altra botta di freddezza, intricato quanto calmo e non ansioso d'inserire qualsiasi cosa, specie grazie all'ammirevole contegno dei chitarristi, che comunque si fanno sentire specie in Alone e nella quasi epica e quasi anticipatrice dei Tool Uncontrolled, con assoli sibillini e non roboanti, pertinenti al corpus del pezzo, e non meri sfoghi. Capolavoro assoluto è Condemned, il meglio della loro tecnica, esaltata al massimo dell'irregolarità, insomma tutto un assolo di batteria, su cui si incastra matematicamente tutto il resto, tutto calcolato, tutto sezionato e inserito alla perfezione, una composizione astratta e metallica perfettamente funzionante. Più dinamico di tutti invece il colpo di coda intitolato Suffer, un altro gioco di oscure asimmetrie, questa volta però la palla è portata in porta da un formidabile solo di chitarra che aggira la difesa ritmica sotto tutti i fronti e fa un imprevedibile ricamo, che stupisce e segna, appiattendo tutto il gruppo su un punto di fusione: è la musica che si deforma e collide, capolavoro.

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    Unraveled [2005] Diversamente dall'esordio del 1991, che era un capolavoro -metal-, questo è un solo un grandissimo album di (sotto)genere e non di genere intero, ossia una bella prova di modernità e songwriting eccellente, ossia come distaccarsi da certi canoni del precedente, ma anche come lasciar perdere una volta per tutte la ricerca tecnica di cui parlavo sopra. Nel bene e nel male. Quindi se a uno la troppa freddezza imposta sta antipatica, quest'album è una mano santa, anzi, tutt'altra band, sicuramente meglio di tanto altro nell'ambito doom e hard rock / metal. Se invece apprezzi più la "ricerca" del precedente, non c'è niente da fare, questo album è musica canonica, ma comunque da ascoltare, perchè le chicche non sono poche e non c'è un solo pezzo debole, tutti i musicisti spaccano a dismisura, in modo più contenuto sotto il profilo della stranezza ritmica, non c'è dubbio, ma siamo sempre su livelli alti. Infondo nulla di male, anzi, è cantato più o meno all'inverso dei canoni del precedente, molto sentito e passionale, persino vario, con delle parti di chitarra sicuramente molto più melodiche (e più "libere" se vogliamo, e suonate sopra la media delle normali band del genere) e un molto più centrali nella canzone, in cui un po tutto tende a equilibrarsi, le sottigliezze ritmiche (molto al disopra della media del genere), a dire il vero molto ridotte, quasi a una versione "brillante" e dotata di groove intelligente del solito doom melodico. Per il resto l'impatto è molto morbido, e spesso vicino a certo hard rock paludoso tra Trouble di Green Plastic Head e gli Alice In Chains dell'eponimo. Si sente quindi il segno del tempo passato, si sente la maturazione, e che non c'è più una aspirazione rivoluzionaria, nulla di assoluto come nell'esordio, ma un'opera più morbida e terrena, tutta orientata sulla chitarra, e su belle melodie coinvolgenti e patetiche (in senso buono). Per chi non sopporta il retrogusto di vecchio e talvolta muffoso o persino statico di certo doom e per chi non sopporta i facili compromessi dell'hard rock. Anche questo vi stupirà.

    Edited by John Hubert Cumberdale - 8/1/2009, 16:50
     
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  2. Davide(M)
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    immagino che 17 anni fa, se non erro, quando uscì condemned, tanti rimasero a bocca aperta, e tante recensioni (positive) lo definivano come "un labirinto senza uscita".

    è vero. nel caso dei confessor, è un qualcosa che tocca la claustrofobia, non quella che fa male: è musica..emozioni..

    stile unico, li riconosci tra tonnellate di bands. doom metal ossessivo, mentale,

    Sono venti anni che vivono la scena. Un po’ di sfortuna (con la morte del chitarrista Ivan Colon nel febbraio del 2002), e la ripresa con un nuovo ep, e questo nuovo disco.

    l'ultimo mi piace, cerebrale, ricercato al punto giusto.


    “Hibernation” è un esempio: sembra non finire mai, sempre lì a sfiancarti con quei giri di chitarra tra Mc Coy/Shoaf geniali.

    da avere..grandi, grandi...
     
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  3. Hand Of Doom
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    Grande band, originale, per i primi ascolti mi ha letteralmente spiazzato: le influenze esterne al genere doom alla fine risultano amalgamate davvero bene nel loro minestrone, creando un sound davvero labirintico e claustrofobico, denso di emozioni.
    Ah, personalmente ammetto anche che hanno uno dei loghi più belli che abbia mai visto :yeah: !
     
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  4. Davide(M)
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    Confessor released a demo cassette in 1988 called Uncontrolled. This track is being performed here at Fame City in Houston in 1988.

    Grande brano, da ammirare il fatto che suonino senza nessuno :asd: grande cantante...stonatissimamente stupendo..
     
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    Poffàre
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    CITAZIONE (Davide(M) @ 24/10/2008, 21:47)
    immagino che 17 anni fa, se non erro, quando uscì condemned, tanti rimasero a bocca aperta, e tante recensioni (positive) lo definivano come "un labirinto senza uscita".

    è vero. nel caso dei confessor, è un qualcosa che tocca la claustrofobia, non quella che fa male: è musica..emozioni..

    stile unico, li riconosci tra tonnellate di bands. doom metal ossessivo, mentale,

    quoto

    mi avete fatto venire voglia di riascoltare l'ultimo
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  6. Il Fantasma Radioattivo
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    ho sentito qualche canzone di Unraveled, e questo sarebbe più-melodico e meno-tecnico ? adesso sono ancora più curioso di sentire l'altro...
     
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  7. Davide(M)
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    hehehe....con condemned ti scervelli :D
     
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6 replies since 24/10/2008, 19:31   259 views
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