CATHEDRAL - The Carnival Bizarre

(1995) - PsychoSabbath!

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  1. Davide(M)
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    Lee Dorrian - Voce
    Garry Jennings - Chitarra
    Leo Smee - Basso
    Brian Dixon - Batteria


    1. Vampire Sun
    2. Hopkins (The Witchfinder General)
    3. Utopian Blaster
    4. Night of the Seagulls
    5. Carnival Bizarre
    6. Inertias' Cave
    7. Fangalactic Supergoria
    8. Blue Light
    9. Palace of Fallen Majesty
    10. Electric Grave



    Se “The Ethereal Mirror” portava con sè un suono fresco, rispetto ai toni lugubri del debutto, “The Carnival Bizarre” sarà ricordato senza ombra di dubbio per le sue molteplici varietà di suoni, che abbracciano il prog, il doom e la psichedelia. Caratteristiche che la band, manterrà fino ai dischi che scriverà, addirittura fino a (soprattutto con questo) “The Garden Of...". Questo disco però, è INEVITABILMENTE il disco di “Hopkins”. È impossibile ricordare questo lavoro per altri brani. Chi parla di “Carnival” si butta necessariamente su questa traccia davvero potente, introdotta dalla voce di Vincent Price, in cui si notano sia musicalmente che dal video una forte influenza della fonte d’ispirazione (il film di Reeves).
    Questo brano sembra in un certo senso, introdurre la seguente “Utopian Blaster” dato che la marcata natura Sabbath-iana della band, è sottolineata dalla presenza di Tony Iommi come guest. Il riff del brano è fantastico, mette una carica assurda, senza pensarci due volte, sembra di trovarsi di fronte uno dei migliori brani della nuova era, scritti dalla band sin’ora. Dobbiamo anche dirlo che la presenza di Iommi in questo contesto è superlativa? Le entrate che fa con la sua chitarra sono un viaggio continuo, brevi e intensi.
    I brani che compongono il disco hanno una lunghezza che tocca mediamente i sei, sette e otto minuti; c’è anche spazio per una bonus track per il mercato giapponese, una “Karmacopia” dal tiro abbastanza classico, con un’ottima prova di Dorrian al microfono. “Night Of The Seagulls” è il tributo più evidente alla BAND DI OZZY & CO., con tanto di rintocchi, rumori in sottofondo.
    L’apice del disco lo abbiamo a mio avviso, con gli stacchi ipnotici di “Palace Of Fallen Majesty” (SEMPLICEMENTE A-SSU-RDA!) e i suoi repentini cambi brutali, la sognante “Blue Light”, l’epica “Fangalactic Supergoria” ma soprattutto la titletrack, psichedelica quanto basti sul finale.

    Più si va avanti con i loro dischi, più ci si accorge che le cose da dire sono poche. Questo perché i Cathedral vantano il primato di originalità. Sfido chiunque su 50 bands doom a riconoscere la band. Loro sono unici. Dove trovate un altro cantante che prima di partire con il vero e proprio testo di una canzone, vi dice prima duemila cose? (Vampire Sun, e tante altre di dischi precedenti e seguenti) Dove trovate un chitarrista come Garry, che è dagli anni ’80 che tira fuori delle parti assolutamente insuperabili. Uno dei più sottovalutati sicuramente. Nessuno lo cita, ne parla, eppure questo ragazzaccio inglese sa il fatto suo, e sono venti anni e passa che suona ... da Dio.
    Inoltre la capacità di attirare l’ascoltatore, E’ UNA PREROGATIVA della band. Che siano due o otto minuti o una mini-suite, le nostre orecchie sono sempre incollate ad ascoltare, e ci chiediamo “e ora cosa cazzo succederà?...”

    Lunga vita alla cattedrale...


     
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