ULVER - Bergtatt

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  1. Norvegese
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    ULVER - BERGTATT

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    Anno: 1995

    1. I Troldskog faren vild 7.53
    2. Soelen gaaer bag Aase need 6.34
    3. Graablick blev hun vaer 7.45
    4. Een Stemme locker 4.01
    5. Bergtatt - ind i Fjeldkamrene 8.04

    LINE UP:
    - Garm (Kristoffer Rygg) – Voce
    - Aiwarikiar (Eric Olivier Lancelot) – Batteria
    - Skoll (Hugh S. J. Mingay) – Basso
    - Aismal (Torbjørn Pedersen) – Chitarra
    - Haavard (Håvard Jørgensen) - Chitarra

    Guests:
    - Sverd (Steinar Johnsen) - Pianoforte nel capitolo III
    - Kathrine Stensrud - Voce, Flauto

    Il vero e proprio esordio degli Ulver (tralasciando il loro primo EP 'Vargnatt' e lo split con i Mysticum 'Ulverytternes Kamp') è il quirecensito 'Bergtatt', pubblicato nel 1995. Questo album è stato uno dei primi del sottogenere folk-black, in cui il black metal si fonde con sonorità tradizionali, senza (o quasi) suoni ruvidi e cacofonici, con molte parti cantate con voce normale, a cui si affianca il tipico scream 'da tortura in corso', e un'ampio utilizzo di strumenti tradizionali (flauti, chitarre acustiche). Il sottotitolo dell'album, 'Et Eeventyr i 5 capitler' (una leggenda in 5 parti) spiega che quest'album è anche un concept: ispirato ad un'antica leggenda norvegese, le 5 canzoni narrano la storia di una giovane fanciulla che, persasi d'inverno nella foresta, vaga senza meta, finché sente una voce incantata che la conduce in una montagna, dove sarà per sempre prigioniera delle creature che la abitano. Il rullante della batteria introduce 'I Troldskog faren vild' (Smarrita nella Foresta Oscura), che sembra tutto tranne che un brano black metal: cantato pulito a più voci, chitarre distorte ma melodiche, il basso (non sto scherzando, si sente davvero!) che crea delicati arpeggi in sottofondo e inserti di chitarra acustica nel finale fanno da cornice per il poetico testo: 'Loro aspettarono il ritorno della ragazza/Si era smarrita nella foresta oscura/Il suo unico amico/Il sentiero che la conduceva a casa/Nascosto dalla neve che si diffonde'. Tenetevi forte perché questa è solo la calma prima della tempesta… Un minuto di flauto e chitarra acustica introducono 'Soelen gaaer bag Aase need' (Tra le Rocce Cala il Sole); dopodiché arriva finalmente la sfuriata black metal. Comunque, al contrario di altre band come Darkthrone o Immortal, il suono degli Ulver, anche nelle parti più tirate, non è quasi mai talmente sporco da non riconoscere gli strumenti, e comunque le parti più cadenzate e i frequenti cori alleggeriscono di molto l'ascolto. Il testo mette splendidamente in mostra la crescente paura della ragazza: "Una lacrima scese dalla sua guancia/Una lacrima di desiderio di ritorno a casa/Quanto desiderava resistere ed essere protetta/E dalla pena s'alzò il suo indescrivibile dolore". Una curiosità: la prima strofa del testo è la stessa di 'Nagellstev', un brano di un’altra folk-black band, gli Storm: un’ulteriore prova che entrambe le band hanno attinto alla ricca tradizione di leggende norvegesi. Un canto simil-gregoriano apre 'Graablick blev hun vaer' (Lei Percepisce Occhi Grigi), che si risolve in un'altra tiratissima song black metal. Sorprendente la parte centrale, in cui viene riprodotta la corsa della fanciulla attraverso la foresta, su un sottofondo di solo piano suonato da Sverd degli Arcturus. La fanciulla si accorge con terrore che qualcosa la segue: "Percepisco occhi freddi/Quali creature sono vicine?/Velocemente, devo fuggire lontano da qui/O dalle forze della loro magia sarò catturata". La magia di cui parla la ragazza è rappresentata dalle eteree voci che dominano in 'Een Stemme locker' (Una Voce la Attira), brano totalmente acustico che inscena il dialogo tra le creature della montagna (interpretate da Garm) e la fanciulla (l'innocente voce di Kathrine Stensrud), che invece di smorzare la tensione, la decuplica. Chiude 'Bergtatt - ind i Fjeldkamrene' (Presa dalla Montagna - Nelle Camere della Montagna"), brano che riassume le atmosfere degli altri brani e vi aggiunge un tocco di disperazione in più, sia nello screm che nei cori che nei malinconici stacchi acustici, perché la ragazza ormai è entrata nella montagna e le creature malvage che la abitano "Ne fecero ciò che ne volevano/E non gentilmente". Un autentico capolavoro per una delle migliori band black metal di sempre.
     
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  2. herbert17
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    scusate faccio un mega inchino passando di qua..
     
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    Disco che ha segnato un'epoca, bella la rece io sono anni che provo a mettere giù due righe per un disco degli Ulver ma ci sono talmente tante cose da dire che non mi esce mai nulla, l'unica che m'è uscitsa è quella del Themes :D
    Comunque tornando a parlare di Bergtatt, è stato fino a poco tempo fa il mio preferito della trilogia ma negli ultimi mesi ho riscoperto Nattens Madrigal e credo gli sia un poco superiore, ha quel tocco melodico e d'atmosfera dietro una facciata true black che mi fa impazzire, in ogni caso anche questo disco non scherza, io amo l'inizio di Graablick che potrei risentirmi tranquillamente 10 volte di fila con Garm che già a 16/17 anni dimostrava il suo enorme potenziale :inchino:
     
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  4. Kirk Murray
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    ottima recensione Giuseppe, chiara e precisa come sempre.
    riguardo al disco e' un capolavoro di dimensione colossale, che trova spunti poetici e di gran classe, alternando melodia a rudezza black, per un concept che segue pari passo le varie sequenze atmosferiche dell'album. e' il mio preferito degli Ulver ed e' quello che riascolto sempre volentieri.
     
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  5. minister of r'n'r
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    CITAZIONE
    e' il mio preferito degli Ulver ed e' quello che riascolto sempre volentieri.

    cosa che io sto facendo assai volentieri adesso perchè era qualche tempo che non lo rimettevo nello stereo...non c'è granchè da aggiungere, è stato detto tutto...lo considero una pietra miliare del black suonato da pischelli che avevano le idee chiarissime su come esprimersi...gli stacchetti acustici di "i troldskog faren vild" son fantastici...
     
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  6. Norvegese
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    grazie 1000 per i complimenti e gli inchini varii...
     
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  7. JØHN
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    bella , ricca e scorrevole. l'album...beh... si è già detto tutto a riguardo. colossale
     
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    Bella recensione, io non sono mai riuscito a scrivere niente su questo disco perchè è veramente esagerato, uno dei miei preferiti di sempre.
    L'alternanza perfetta tra parti puramente Black e parti acustiche è qualcosa di enorme. Tra l'altro questo disco se lo sono imparato a memoria milioni di band, che l'hanno copiato, strapazzato, ne hanno preso ispirazione. Capolavoro.
     
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  9. Hand Of Doom
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    CITAZIONE (Norvegese @ 6/6/2008, 16:38)
    grazie 1000 per i complimenti e gli inchini varii...

    Te li faccio anch'io i complimenti ;) ....
    Solo che a me gli Ulver, "Nattens Madrigal" a parte, non mi piacciono proprio, ma è indubbiamente una bella recensione, scritta decisamente molto bene.
     
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8 replies since 5/6/2008, 17:31   418 views
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