July

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    Esegeta
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    Altro topic sulle band della fine dei sixites che pubblicarono un solo disco e poi si sciolsero. I britannici July infatti nacquero intorno al 1966 e, dopo una serie di cambi di nomi (The Playboys, Thoughts, Tomcats) e altrettanti cambi di registri sonori, nel 1968 pubblicarono il loro unico Lp, omonimo per due etichette diverse come era abitudine dell'epoca: due major per la precisione, ossia l'inglese Minor Label per la distribuzione europea e l'americana Epic Records.

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    Il gruppo ha un sound caratteristico degli anni passando dal r'n b tipicamente british al beat pop, mischiando il tutto con il blues e sonorità indiane che li fanno apparire come un misto tra i Beatles di Revolver e Sgt. Pepper, le musiche indiane di un gruppo come i Cornershops (ve li ricordate? quelli di Brimful of Asha) e la psichedelia della costa ovest statunitense (grateful dead, Jefferson Airplane). Nonostante i membri del gruppo fossero tecnicamente dotati e abbiano in seguito avuto parte a progetti e dischi famosissimi (il vocalist figura nei credits di Tubular Bells di Oldfield, mentre il bassista suonò con cat Stevens) non ebbero mai il successo meritato e si sciolsero nel 1969. Strano ma vero, July è uno dei migliori dischi della psichedelia britannica nel puro e crudo senso del termine: sonorità catchy e beat mischiate con una produzione che permetteva questo senso di alienazione nelle vocals, sonorità esotiche e tipiche dei viaggi in India grazie all'uso di strumenti come il flauto, il sitar e chitarre particolarmente distorte e visionarie.


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  2. CristalloVerde
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    Sono contento che qualcuno ricordi questo fantastico disco caratteristico dell' epoca dei figli dei fiori! :)
    Quoto tutto ciò che ha scritto Sgabrioz, è un lavoro colorato e gioioso, pieno di strumenti, cori e cambi di ritmo. I miei pezzi preferiti sono To Be Free e I See. Come sound siamo vicini a Sgt Pepper dei Beatles ma mi sento anche di accostarlo a band inglesi della fine degli anni '60 come Zombies, Tomorrow e Kaleidoscope.

    E' un album misconosciuto, pieno di gustose canzoncine psichedeliche, assolutamente consigliato agli appassionati degli anni '60. :)
     
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    Esegeta
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    A distanza di 9 anni, ho rimesso sul piatto (che brutto termine, sembra quasi che dica che abbia vomitato a pranzo) l'omonimo ed unico lavoro dei Luglio. In realtà stamattina ero in mood '60 - primi '70 e rileggere il titolo di questo LP, ha sfiorato la mia curiosità. Posso dire che concordo con il me stesso del 2007, cosa che sta diventando sempre più rara visto che col tempo ho imparato ad apprezzare nuovi gruppi, riesumarne altri oppure ridimensionare alcuni mie sparate entusiastiche. Ma è normale avere una differente visione globale a 22 anni, rispetto ai 30. Cambiano tanti valori e metodi di giudizio.
    In questo caso però confermo quanto dichiarato oltre un lustro fà e cerco di aggiungere ulteriori dettagli, per una review un po' più matura ed approfondita.
    Resta, innanzitutto, il dispiacere che un gruppo così abbia lasciato in eredità solo un disco. Per quanto bello sia, c'erano dei margini per sperimentare e sviluppare alcuni sentimenti e suoni disseminati per il lavoro. Oltre alla vicinanza con i Beatles di Rubber Soul, Sgt Peppers e Magical Mistery Tour, io ci sento una forte coesione con i Love, i Blues Magoos ed i 13th Floor Elevators. Su alcuni frangenti ricordano anche i Pink Floyd dell'era Barrettiana ed il conseguente Madcap Laughs del diamante pazzo.
    Un disco che ha una forte matrice blues e psichedelica, con arrangiamenti pop a cavallo tra un'attitudine barocca ed il beat rock. Quello che diverte è la scelta di utilizzare alcune percussioni e suoni più particolari, le doppie voci, alcune linee di basso in grande spolvero che regalano momenti vicini al soul ed r'nb della fine dei '60 e primi '70.

    Una traccia esemplificativa della ricchezza del materiale è, secondo il mio parere, una You Missed It all. In un passaggio si sente anche il cantautorato di Battisti.




    In chiusura siamo dinnanzi ad un gruppo che verrà apprezzato dai fan dei beatles (The Way è la loro Tomorrow Never Knows, con la scelta di sonorità Ragga molto vicine a quelle apprezzate da Brian Jones e MCCaurtney) e del blues pischedelico di fine anni '60. Qualcuno potrebbe considerarli derivativi, qualcun altro invece resterà affascinato da questa perla nascosta degli anni sessanta.
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2 replies since 3/11/2007, 20:29   119 views
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