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RandallFlagg19.
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Etichetta: Epic/ Immortal
Prodotto e Mixato da: Brendan O’Brien
Uno sputo nero pece. Un incubo sussurrato, un orrore che scava nell’anima. Male
che striscia sotto la pelle. Sofferenza, rinuncia. Issues
Alla fine del 1999, i Korn sono ufficialmente diventati i portavoci del Rock del nuovo millennio, capostipiti di quel gnumètal che porterà nel 2000 alla nascita di numerosissimi gruppetti-emuli del sestetto di Baskerville. Dopo appena un anno, la band produce il successore del fortunatissimo Follow The Leader. L’influenza rap del lavoro precedente è del tutto assente in questo album. David, Munky, Fieldy ed Head decidono di lasciare da parte il cazzeggio e, sotto l’ala del navigato Brendan O’Brien, costruiscono quelli che sono i ritmi più oscuri e soffocanti dell’intera produzione Korniana. Jonathan, la voce che negli anni è diventata, suo malgrado, la “voce di una generazione”, lascia da parte le droghe e ,soprattutto, l’alcool, che lo stavano portando lentamente alla distruzione fisica e psicologica. La mente riacquista lucidità, e i demoni personali del vocalist sono liberi, in tutta la loro furia. Davies è costretto a fronteggiarli ora. Insieme alle memorie di una infanzia violata, ed ad un adolescenza infelice, ha dinnanzi a se un matrimonio finito e la consapevolezza di essere al limite della sopportazione umana.
Così nasce la frustrazione dell’intro Dead (dove le cornamuse, strumento/simbolo del frontman, la fann oda padrona), e la cantilena alienante di essa diviene un piccolo inno. Un innocente cantilena dal cuore nero:
All I want in life is to be happy (happy)
It seems funny to me
How fucked things can be
Everytime I get ahead
I feel more dead
Poi, è la volta di Falling Away From Me, primo singolo e canzone - manifesto dell’album. Le chitarre di Munky ed Head intessono una trama sonora da Toy Box, con il basso macigno di Fieldy e la batteria di David Silveria che squarciano,straziano e divorano.
Il giorno è sofferenza, e la certezza che domani tutto possa risolversi è una debole speranza. Alla fine verremo buttati giù, sul suolo, vuoti e privi di noi stessi. Emettendo suoni così tristi.. e pregando che tutto finisca. In qualsiasi modo.
Hey, I'm feeling tired
My time, is gone today
You flirt with suicide
Fears in me
They won't go away
So I pray
Go away
Ma questo è solo un tassello di un quadro ben più ampio. Nell’”epica” e disturbante Trash, Jonathan affronta la fine del suo matrimonio, e alla sua ossessione per il sesso che lo ha condotto alla rovina. E ciò lo dilania nel profondo, conscio di avere solo odio in se. Odio e codardia. Così distrugge tutto ciò che gli è caro, pregando che così il suo cuore possa divenire finalmente cìò che tutte le persone sensibili auspicano: una pietra fredda. Ma così non accade. Scopare per allontanare il male ne richiama altro, ancora più doloroso. E così la sofferenza non ha mai fine.
I tell my lies and I despise.
Every second I'm with you.
So I run away and you still stay
So what the fuck is with you
Ogni pezzo è collegato in Issues, e la fine del pezzo precedente ci porta a 4U, un piccolo intermezzo elettronico , dedicato a tutti i fan dei Korn, a tutti quei ragazzi che hanno eletto tale band come catalizzatore del loro malessere, e la loro musica come strumento di epurazione spirituale.
Il ritmo cadenzato della batteria di Silveria introduce una delle tracce migliori dell’album, la possente Beg For Me, che nel finale trova un delizioso e struggente climax tra le tastiere lisergiche e la voce sussurrata e terribilmente dolce di Davies. Ancora un inno per quel pubblico che diviene ragione di un’anima torturata.
Make Me Bad non ha bisogno di presentazioni. Singolo spacca classifica, dal ritornello catchy e dal bellissimo video. It’s Gonna Go Away è un altro intermezzo elettronico di pregevole fattura, che ci trascina dolcemente al terremoto di Wake Up, dove Fieldy tira fuori i muscoli insieme ai due chitarristi, rendendo il pezzo un perfetto macigno live. Gli intervalli sussurrati rendono il tutto ancora più “heavy” (nel senso vero e proprio di greve e soffocante). Am I Going Crazy? Non è un semplice intermezzo. E’ un viaggio allucinante nella mente di un paranoico. Ascoltatela al contrario e chiedetevi la stessa cosa che enuncia il titolo. La stessa cosa che tormenta il sig. Davies. Che la notte lo tiene sveglio, a sbirciare nelle ombre chiedendosi se quel suono era il vento…o un respiro.
La paranoia è un altro filo della ragnatela di Issues. Ed Hey Daddy è un vero e proprio sudario imbevuto di fobie, un pezzo dove la voce strozzata e spezzata del tormentato frontman ci riporta all’infanzia, ai terrori notturni. Gli incubi infantili si uniscono all’orrore della realtà….una realtà che ci divora,lentamente..
This Demon
Haunts me
They’re waiting
Help me
They’re eating
Somebody Someone è il terzo singolo, diventata in breve tempo un inno live. Pezzo di rara potenza, viene introdotto da una leggera chitarra distorta, per poi esplodere. Davies urla la propria solitudine, mentre il resto del gruppo costruiscono intorno a lui una gabbia sonora che si infrange alla fine con l’urlo distorto “I’m Dying”, e il ritornello viene ripetuto come un mantra
No Way è una “semiballata” nevrotica,ritmata dal battito di un cuore lontano. Le chitarre di Munky e Head sono lievi e lontane nei versi, devastanti nel ritornello. Con l’approssimarsi della fine dell’album, la figura di Davies si annulla. Egli è come Dio, padrone di un mondo di dolore. Così grande, così fiero, così vuoto.
So I came too far
To end up this way
Feeling like I'm God
Feeling there’s no way
Let’s Get This Party Started è decadente e melodica. Meravigliosa nella sua essenzialità. Nel ritornello ricompare una cornamusa distorta, e il basso di Fieldy la fa da padrone. Wish You Could Be Me è l’ultimo intermezzo, delineato da uno scanzonato beat. Ma anche qui il nero che fuoriesce dalle ferite di Jonathan Davies finisce per avvolgere il tutto.
Counting è il preludio dal groove Crossover al vero Cuore Pulsante dell’album, la magnifica, imponente e fragile Dirty. Tutto l’album è sintetizzato in questi 7 minuti e 50. L’elettronica essenziale, le chitarre melodiche e strazianti, la voce infranta e fragile. Un preghiera bellissima. Bellissima e terribile. Il resto è fruscio, silenzio, nulla.
Keep knocking
No ones there
Pouring down
Near people
My head
By myself
All alone
Ripping my head off?
I hurt so bad inside
I wish you could see the world through my eyes
It stays the same
I just wanna live again
Epilogo: Come ogni album dei Korn, dal self titled fino ad Untouchables, anche questo ha dietro di se una mia storia personale. E’ parte del mio passato, e, sicuramente, del mio futuro, musicale e non. Ho sempre considerato questo lavoro come “l’omonimo primo album trasportato avanti di 5 anni”. l’evoluzione di un capolavoro. Forse mi sbaglio, ma per me è ancora così. Di una cosa sono certo : sono pochi album che posso ritenere assolutamente sconvolgenti. Uno è KORN. L’altro è Issues. Troppe cose ancora da dire, ma scelgo il silenzio. Che sia la musica, ora più che mai, a parlare.
Edited by RandallFlagg19 - 28/3/2008, 19:53. -
JØHN.
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CITAZIONEL’influenza rap del lavoro precedente è del tutto assente in questo album.
non è che non ci sia influenza rap, non ci sono i duetti coi rapper e le canzoni cazzeggiose.
p.s. devo ancora finire di leggere la rece, sono al secondo paragrafo...
...però, diamine, i testi in inglese.....così tanti....nooooo
let's get... , counting e dirty comunque sono la chicca finale dell'album, che è uno splendore.
io avrei evitato di inserire i testi. poi sarà che proprio i testi dei korn mi stanno sui coglioni...
comunque, bravo, se non altro hai colto la cupezza di quest'album, malato quasi ai livelli del primo.. -
'Riccardo.
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fa ancora parte della discografia buona dei Korn che a mio avviso arriva fino untouchables (compreso ovviamente)..
peròlo trovo fin troppo frammentario, sia come livello qualitativo (alti e bassi) sia come livello di linearità..
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JØHN.
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forse che ci sono tante code e intermezzi? . -
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Lo dico qua perchè volevo scriverlo già da un tot di volte, probabilmente non dovrei parlare visto che non recensisco nulla ma per me bisognerebbe andarci piano con le citazioni dei testi, un conto è citare uno spezzone "importante" per il disco o conosciuto come può essere un Fuck you, I won't do what you tell me un conto è riportare un paragrafo per ogni canzone citata, la recensione risulta troppo spezzettata e io alla fine non ci arrivo mai...ovviamente è solo un parere personale, lo dico qua a te perchè mi è capitata sott'occhio questa ma è una brutta abitudine che sta dilagando nel forum, io preferirei una recensione corta di 15 righe che mi spiega cosa ascolto piuttosto che una "annacquata" con 20 righe di testi . -
.Ale..
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gran bel disco..nella mia classifica personale è dietro l'esordio ( inarrivabile )..come dice anche john in quest' album riecheggiano le atmosfere buie, cariche di rabbia che nel primo sono decisamente in primo piano. Somebody Someone ha un tiro pauroso, soprattutto dopo il cambio groovoso e il burrone sonoro prima del ritornello finale . -
minister of r'n'r.
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CITAZIONE ('Riccardo @ 28/3/2008, 00:51)fa ancora parte della discografia buona dei Korn che a mio avviso arriva fino untouchables (compreso ovviamente)..
peròlo trovo fin troppo frammentario, sia come livello qualitativo (alti e bassi) sia come livello di linearità..
si, ma secondo me è il primo disco della band dove lo scarto tra buono e meno buono è ampio.....un primo passo verso un proseguo discografico tutt'altro che eccelso..ma è opinione personale. i singoli però son tutti buon ed azzccati, compreso i videoclip.. -
JØHN.
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sempre meglio di life is peachy...
e sempre più cattivo di follow the leader....
...e più ispirato di QUALSIASI cosa che viene dopo.
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sabbathiana.
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con questa recensione ho approfittato per ripassare Issues..... c'erano i testi necesari per poter improvvisare un concerto insieme a jonathan Davis....
i korn sicuramente un gruppo che all'inizio sembrava molto promettente, che ha conquistato il mondo ma ben presto è caduto miseramente nella banalità. Nel 1999 con Issues termina la loro produzione "notevole". un grande elogio sarebbe da fare non a loro ma a chi ha arricchito il loro repertorio come Tom Morello dei RATM e i chitarristi dei Primus e Faith no more. (basta ascoltare Dead del medesimo album per capire). In Issues riescono a produrre qualche buona canzone come I whish you could be me, seducente e disperata, Trash e Somebody.... tutto il resto è spazzatura! Make me bad è quella più facilmente ricordabile perchè utilizzata in un vecchio spot pubblicitario, tutti ricorderanno il suo ritornello. Dopo questo album, si dovranno ricercare le canzoni dei Korn tra il pattume.. -
minister of r'n'r.
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CITAZIONE (JØHN @ 28/3/2008, 13:47)sempre meglio di life is peachy...
e sempre più cattivo di follow the leader....
...e più ispirato di QUALSIASI cosa che viene dopo.
concordo in pieno sul secondo e terzo punto..sul primo non saprei...a me life è sempre piaciuto abbastanza, considerando che è successore dello splendido debutto.... -
JØHN.
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CITAZIONE (sabbathiana @ 28/3/2008, 13:49)con questa recensione ho approfittato per ripassare Issues..... c'erano i testi necesari per poter improvvisare un concerto insieme a jonathan Davis....
i korn sicuramente un gruppo che all'inizio sembrava molto promettente, che ha conquistato il mondo ma ben presto è caduto miseramente nella banalità. Nel 1999 con Issues termina la loro produzione "notevole". un grande elogio sarebbe da fare non a loro ma a chi ha arricchito il loro repertorio come Tom Morello dei RATM e i chitarristi dei Primus e Faith no more. (basta ascoltare Dead del medesimo album per capire). In Issues riescono a produrre qualche buona canzone come I whish you could be me, seducente e disperata, Trash e Somebody.... tutto il resto è spazzatura! Make me bad è quella più facilmente ricordabile perchè utilizzata in un vecchio spot pubblicitario, tutti ricorderanno il suo ritornello. Dopo questo album, si dovranno ricercare le canzoni dei Korn tra il pattume.
proprio estrema! non ti piacciono le mezze misure. hauhauahu
a me untouchables piace molto, e l'ultimo non è male.CITAZIONE (minister of r'n'r @ 28/3/2008, 13:52)CITAZIONE (JØHN @ 28/3/2008, 13:47)sempre meglio di life is peachy...
e sempre più cattivo di follow the leader....
...e più ispirato di QUALSIASI cosa che viene dopo.
concordo in pieno sul secondo e terzo punto..sul primo non saprei...a me life è sempre piaciuto abbastanza, considerando che è successore dello splendido debutto...
per me in life is peachy vale quello che hai detto per issues: il distacco tra pezzi buoni e medi o mediobassi è grosso, e la ce ne sono tanti che secondo me non girano. a parte qualche bel ritornello e l'estro di davis, sempre un'arma tutt'altro che segreta.. -
sabbathiana.
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i cd dei korn fino a Issues possono essere anche accettabili.... ma non puoi dire che siano cd che non ti stanchi mai di ascoltare. I korn sono finiti per essere scontati.... e poi sono proprio io ad non avere le mezze misure, sono sempre espremista. L'ultimo loro album sembra infantile, totalmente lontano dal genere con cui avevano esordito negli anni '90 . -
RandallFlagg19.
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Viste le numerose critiche alla pesantezza della recensione (infatti,mi son lasciato trasportare ) , ho provveduto a sfoltire e ripulire un pò il tutto. Spero che risulti più scorrevole. Grazie per gli interventi sempre costruttivi.
Soprattutto questoCITAZIONEio preferirei una recensione corta di 15 righe che mi spiega cosa ascolto piuttosto che una "annacquata" con 20 righe di testi
Assolutamente. E mi dispiace che abbia dato questa impressione.. -
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Innanzitutto un piccolo commento alla recensione. Ho letto solo la versione ripulita e mi complimento con Randall, tra quelle che ricordo scritte da te è la mia preferita e una delle migliori che mi son passate sott'occhio ultimamente. A me l'inserimento dei testi piace molto, aiuta a comprendere il mood dell'album, soprattutto in casi come questo.
Tornando ad Issues, è l'album con cui ai tempi conobbi i Korn e che mi fece innamorare di loro. A distanza di anni, se dovessi riascoltare di fila la loro discografia penso che mi fermerei proprio qua, quello che è venuto dopo mi dice ben poco. Prima invece c'è da leccarsi i baffi. Il self titled ha un'importanza storica immane. Life Is Peachy riprende molto dell'esordio e al momento è l'album che riascolto con più piacere, una giusta via di mezzo tra la serietà del predecessore e la tamarraggine del successivo, di pezzi grossi grossi ce ne sono eccome. Follow The Leader è invece uno dei dischi più tamarri che abbia mai sentito! Un po' troppo frammentario per i miei gusti (a causa dei troppi duetti) ma con lampi di classe e una produzione che ha fatto scuola negli anni a venire. Questo Issues è il ritorno alle cupezze del passato e ad una pesantezza che in taluni punti è veramente immane.. -
RandallFlagg19.
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Grazie per i complimenti KG. Ho gia pronta la rece di Life Is Peachy, ma è meglio che gli do una controllata prima di postarla..
Ti assicuro, la versione precedente di questa era qualcosa di insostenibile! Avevo citato tutta Dirty.