RADIOHEAD - In Rainbows

(2007)

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    'I am a Shadow and I dwell in the catacombs which border the country of illusion hard by the dim plains of wishing'
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    Combattere con il processo tecnologico. è dispendioso già per la comune persona ( stiamo tutti leggendo qui, da un Pc che al momento dell'acquisto poteva anche essere appena uscito di fabbrica, ma dopo pochi mesi, tramutarsi in superato ) , figuriamoci per un artista. Nato davanti un registratore a 4 piste, facendo il porta a porta con le case discografiche con la cassettina in mano. Niente Myspace, Last Fm, passaparola forummistici. Direi proprio di no. Le informazioni semmai in viaggio settimanale per le riviste di maggior rilievo, attendendo una recensione e un passaparola dei lettori. It's Evolution, Baby. C'è chi lo impara con il proprio figlio , altri a prezzo più amaro. Gente come loro, che quattro anni fa, si videro circolare in rete il loro lavoro non ancora ultimato, mesi prima della data di uscita ufficiale. Un classico, tipiche esternazione, ne sono pieni i giornali . Da portare alla vera paranoia gli artisti, che oramai negano i esclusive alle webzine, concedono ascolti con password o tramite delle cuffie da un portatile portato con la riservatezza di una valigetta di 007. Ognuno sceglie la sua strada, a seconda di ciò che puoi permetterti , dal seguito che ti sei saputo portar dietro. Il rischio non è solo materia per gente consapevole dei suoi mezzi, ma di chi se lo può permettere. Nel 1997 , ci voleva un discone in pieno decennio alternative per poi avvicinarsi a sonorità vicine alla warp records e dunque dimostrare di aver del fegato, poi Hail To The Thrief, ciò che in molti han chiamato “la sommatoria” della carriera fino a quel momento, perchè questa non è solo una band che sa creare, ma impara. Anche in fretta. Imparando dagli errori dell'ultimo disco, prendono un unico promo cd , e non scelgono una rivista, lo inviano al mondo. Il prezzo all'arte lo decidiamo noi. E in una data , ritiri ciò che ti spetta. Mp3 di media qualità, nessun artwork ne scontrino. Differenze dal consueto?nessuna, ma stavolta l'han deciso loro. Meno soldi nel seminar, ma i frutti son tutti postumi, la scelta che incuriosisce è da sempre la migliore arma di mercato, come i tour , la vera fonte di guadagno per le band, l'unica sconfitta è l'etichetta. Trionfa la band, il pubblico e soprattutto il disco. Che non finirà certo per essere ricordato più della scelta promozionale storica (per una band di questa levatura, sia chiaro, il gesto in se non è il rpimo in assoluto, basti pensare agli Anathema un anno fa ). “15 Step” schiude le porte dell'arcobaleno, brillante di un sole africano , rivestito da una ritmica elettronica eccezionale, atipico per la band, i primi vagiti di Colin alle 4 corde, lasciano intendere come questo sia il disco della sua miglior performance. Greenwood a furia di occuparsi di compilation Dub, ha anche acquistato diverse nozioni in materia, a giudicar dal riff di “House Of Cards” , lisergicamente poi dilatato tra un mare di cori 60's e tastiere syntate magicamente, ascoltarle in successione è importante per scoprire come il Groove sia una delle novità nel loro sound in evoluzione e quanto Phil Selway non sia certo un mantenuto di lusso in un collettivo dotato di ottima amalgama quanto d'intuizioni. La ricetta è già svelata insomma, due ingredienti complessamente semplici, ben impastati nel songwriting e lasciati lievitare su piccole sfumature deliziose da cogliere di nuove ad ogni ascolto. “Bodysnatchers” e il sound dei sempre poco citati Warsaw , dal giro sporco ; evoluta da una strofa irresistibilmente melodica , per poi ritornare in un assalto alla Sonic Youth, creando un perverso schema di cofusione/lucidità/confusione , con il tiro giusto e un Tom quasi Roker!

    I SEE THEM COMIN'
    I SEE THEM COMIN'


    Ce ne eravamo già accorti a dire il vero, dal vortice di reverse della successiva “Nude” , a varcar la soglia di brividi , in un mood melanconico , guidato dal profondo falsetto del vocalist , delicatamente sensuale come una placida onda marina, in tempistica r&b in un intreccio di chitarre, archi e organo, trampolini di lancio per quel finale emozionante come pochi, e come tanti, nella loro carriera:

    So don't get any big ideas,
    They're not going to happen

    You'll go to hell for what your dirty mind is thinking


    Quell ultima parola è l'esplosione di un capolavoro annunciato, avvertito nello scorrere dei secondi con sempre più convinzione dal primo ascolto.
    Weird Fishes/Arpeggi” qualcuno la definirebbe di animo prog, non inteso come tecnicismi in se, ma ricercatezza sonora nella composizione , la batteria suonata all'ether , prontamente stoppata a metà, per poi ricominciare , ricombaciando l'inizio in un cerchio perfetto, dominato appunto da pochi accordi suonati ossessivamente e tenuti in primo piano assieme alle strofe. Johnny ancora dimostra il suo talento, simulando addirittura un mellotron con il solo uso di feedback filtrato. Dettagli, impercettibili sfumature che diversificano oggetti e persone, che in contesti così puramente artistici, diventano vere chiavi di lettura.

    I’m the next act
    Waiting in the wings
    I’m an animal
    Trapped in your hot car
    I am all the days that you choose to ignore

    You are all I need
    You’re all I need
    I’m in the middle of your picture
    Lying in the reeds

    I am a moth
    Who justs wants to share your light
    I’m just an insect
    Trying to get out of the dark


    dritto al cuore, come se le frasi fossero dipinte nello sguardo pronte ad essere lette, la piena personificazione di un bisogno. “ All I Need” appunto. Ennesimo capolavoro sfornato in un climax sognante e per nulla scontato, rifugge dall'assolo che ti aspetteresti, affidando agli impetuosi piatti , il conto di affondare il colpo, in sublime contrasto con tastiere sciolte su due sezioni, piano e morbido carillon incantato.
    Faust Arp” è un intermezzo acustico con inserti sinfonici di gran classe e sovraincisioni vocali, un velo di timidezza Drakeano sulle 6 corde e vola via rapida . “Reckoner” racchiude in se non solo un altro pezzo di gran caratura , nel suo fraseggio percussionistico portato avanti a mò di riff e una chitarra “frusciantesca” ( il richiamo a “To Record Only Water For Ten Days") , ma anche una suggestiva immagine, celata tra i canali stereo nelle pause dal falsettato:
    "because we separate like ripples on a black shore"
    si scontra con la seconda voce , citante il titolo del disco. ( “in rainbows” )
    L'immagine che evoca, mostra una riva corrotta dal petrolio, tra le onde, che come è noto agiscono sulla macchia nera, scomponendo la luce, e formando appunto gli arcobaleni. Tutto da l'impressione di tornare perfettamente nell'orbita di questo progetto, persino “Jigsaw Falling Into Place” rappresenta il prototipo del singolo ideale di cui ogni band rock vorrebbe disporre. Melodia incalzante, motivetto catchy, diviso in più sezioni da non stancare nonostante entri in testa inesorabilmente, con un crescendo inarrestabile
    Chi aveva sentito “ Videotape” nelle preview live avrà poi sussultato, nel sentirla posta come congedo del disco. Svuotata musicalmente per riempirne di significato , saggia mossa. Piano in conflitto con una batteria volutamente fuoritempo a simolare un battito inquieto. L'echeggiar degli ultimi vagiti sonori, verran catturati per il secondo disco, e rimarranno lì, come un fantasma a vegliare sul materiale integrativo che la band ci ha proposto. Ma l' opera che ho ritenuto Giudicare, si ferma qui. In veste falsamente umile ( perchè, per i fanatici dei dettagli, ci sarebbe da far impazzire un terzo occhio, provare per credere : due indizi, ascoltare l'opener come l'esperimento kid a, cioè a mettendo due tracce della canzone a 17 secondi di ritardo l' una dall'altra,o ascoltando la finale In Reverse ) e per ciò che è stato presentato nel nudo di icone per una cartella. Dieci files. A Voi il moltiplicarsi delle emozioni.

    Edited by Gidan Razorblade - 16/1/2008, 14:13
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  2. davil89
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    cavolo che recensione! complimenti veramente, parole bellissime che condivido pienamente :)

    intanto guardo e accarezzo il ticket mentre sogno quel giorno, 17 giugno :wub:
     
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    :inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino:

    Recensione da paura! Sul blog mi hanno crocifisso per il mio riferimento al sole per questo disco, fai tu. Complimenti. Complimenti davvero.
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  4. bunt
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    questa recensione casca a fagiolo per me che non sono di sicuro quella che ha apprezzato i Radiohead, mai. Non che non ne colga la grandezza, semplicemente a parte qualche raro episodio, non mi avevano mai catturata.
    Eppure questo disco mi ha presa, è la cosa che ho voglia di ascoltare di più in questo periodo. e quello che dici è verissimo Fede, dietro un'apparente semplicità una complessità di suoni incredibile.
    ammazza come scrivi bene! :)
     
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  5. -SyD-
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    Chapeau
     
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  6. bunt
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    aggiungo... questo disco trasuda ispirazione prima ancora che ricerca sperimentale. forse l'equazione è cambiata rispetto al passato, non so... tu che dici?
     
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    Posso muovere una piccola critichina da cagacazzi che cerca il pelo nell'uovo? :asd:
    Fede, dal punto di vista del contenuto hai scritto cose da inchino multiplo, dimostrando quanto conosci la band e quanto hai ascoltato questo disco. Soprattutto hai scritto in un modo che fa impallidire la media qualitativa (mediocre) delle recensioni che si trovano in giro nel web, veramente... complimenti davvero.
    Il consiglio che mi permetto di darti è quello di cercare di migliorare la scorrevolezza dei periodi. A volte i testi delle tue recensioni mi paiono non scorrere fluidi, pur se nel contempo suscitano ammirazione dal punto di vista dei contenuti, che sicuramente sono la cosa più importante. Poi non so, magari è un'impressione solo mia....

    SPOILER (click to view)
    Puoi mandarmi a cagare se vuoi, visto che la "critica" parte da uno che scrive recensioni molto peggio di te :D


    Sul disco non mi pronuncio perché ancora devo ascoltarlo.
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    CITAZIONE (MrBungle82 @ 16/1/2008, 12:44)
    SPOILER (click to view)
    Puoi mandarmi a cagare se vuoi, visto che la "critica" parte da uno che scrive recensioni molto peggio di te :D

    SPOILER (click to view)
    ci penserò :shifty: ...











    oddio,no. Io che faccio una cosa del genere è veramente fuoriluogo, se la posto,è perchè ne voglio commenti, sia sul disco che su come scrivo. Anche questo può far crescere, resto più del parere che mi manchi la capacità di sintesi, ma terrò presente anche questo..


    CITAZIONE
    questo disco trasuda ispirazione prima ancora che ricerca sperimentale. forse l'equazione è cambiata rispetto al passato, non so... tu che dici?

    per me è stato modificato innanzitutto il songwriting, in questo disco,nessun membro è stato un elemento coreografico da band rock/pop raffinata alla The Bends insomma.. basti sentire la sezione ritmica , la migliore di tutta la carriera (IMHO) . Di sperimentale c è più il dettaglio sonoro che non il genere in se, come poteva essere in Kid A. Come ho specificato sopra, ci son dettagli che davvero scopro ogni ascolto e sopratutto in cuffia, immagino i file a 160 kb/s siano comodi, ma invito ad ascoltarsi una versione a qualità maggiore . le differenze non sono poche e nemmeno di tratta di suggestione. è Prog a suo modo, è minimalista altrettanto. Alcuni canoni sembra scriverseli da solo. Se ora come ora, mi si dicesse che un fan storico preferisce attualmente questo lavoro, a tutto il resto della discografia, non lo chiamerei eretico. Questo non è un album che passerà alla storia per le furbe scelte della band. Ed è anche capace, dopo quasi 20anni, di attirare estimatori anche dalla schiera che non li ha mai graditi troppo. :sisi:

    CITAZIONE
    Sul blog mi hanno crocifisso per il mio riferimento al sole per questo disco, fai tu.

    guarda, prova a sostituire l'arrangiamento elettronico di 15 Step, e immaginaci sopra un canto africano con percussioni... ;) ci starebbe perfetto comunque... questo disco in più brani ha un bel groove, e fa a pezzi lo stereotipo che vuole la band come depressa. Onestamente io su tre pezzi del disco, io ci ballo persino... :balla:
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  9. bunt
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    CITAZIONE (Gidan Razorblade @ 16/1/2008, 13:16)
    Onestamente io su tre pezzi del disco, io ci ballo persino... :balla:

    VIDEO! :D
     
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    CITAZIONE (Gidan Razorblade @ 16/1/2008, 13:16)
    CITAZIONE (MrBungle82 @ 16/1/2008, 12:44)
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    Puoi mandarmi a cagare se vuoi, visto che la "critica" parte da uno che scrive recensioni molto peggio di te :D

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    se la posto,è perchè ne voglio commenti, sia sul disco che su come scrivo. Anche questo può far crescere, resto più del parere che mi manchi la capacità di sintesi, ma terrò presente anche questo..

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    sapevo che avresti risposto così :D ... è questo lo spirito giusto :)

    Ti faccio un esempio: le ultime 4 righe da "Completando un'opera" in poi, le ho dovute rileggere più volte per capire bene cosa intendessi, complice forse qualche punto di troppo invece di virgole e la parentesi estesa....
    Mi sento un pò una cacchina a fare critiche del genere su una recensione del genere, ma ritengo siano comunque critiche utili e costruttive, anche per i progetti futuri di questa comunità (you already know ;) )
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    Beh, io volevo fare i complimenti a Fede per l'introduzione. Veramente ottima quest'analisi a metà tra l'economico e il sociale: scritta e descritta in maniera efficace e sintetica, focalizza l'attenzione su uno dei possibili modi di risolvere la questione p2p.

    Per quanto riguarda il disco, analisi come al solito ineccepibile, forse un tantino troppo lunga, come faceva notare Ema. In Rainbows è stato, secondo una grande fetta di ascoltatori, una delle migliori uscite di questo 2007 appena conclusosi, ed io devo ammettere che senza dubbio è un disco di grnade valore. Non è entrato nella mia playlist 2007, per due semplici motivi:
    1. Il 2007 è stato un anno carico di successi e di ottimi lavori, grazie anche alla scoperta di band che ho amato alla follia (baroness e teator su tutti).
    2. Ho ascoltato IR pochissime volte, appena una decina, e se c'è una cosa che ho imparato sui radiohead è questa: uno dei migliori gruppi del pianeta, se non il migliore. Non sono un loro fan, ma bisogna rendere merito ad una band che è stata capace di cambiare il mondo della musica. Non sono loro ad adattarsi ai cambiamenti, ma il mondo si plasma a seconda delle pose che assume Yorke. Ed un'ulteriore verità è che i loro dischi hanno così tante sfumature che non si può mai dire che comprenderli e farli propri fino in fondo, perchè è costantemente presente quella nebbia, chiamala genio o creatività, che porta i radiohead sempre un passo avanti ad altre band di eguale valore.

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  12. Annet
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    Vabbè Fede, già lo sai cosa penso del tuo modo di scrivere.

    In Rainbows è uno di quegli album che all'inizio appare duro e quasi ermetico, ma che poi, una volta entrati nell'ottica, risulta perfetto nella sua semplicità di facciata.
    Spettacolo Jigsaw Falling Into Place, al momento il pezzo dell'album che preferisco. Non c'è che dire, la mia tesi si solidifica: Thom Yorke ha una delle voci più belle di sempre e i Radiohead non sbagliano un colpo.
     
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    Splendida recensione, complimenti :)

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    perchè questa non è solo una band che sa creare, ma impara.

    Queste per me è la frase definitiva per descrivere la grandezza di Yorke e soci. Al contrario di altri artisti altrettanto duttili, i Radiohead non si "buttano a capofitto" nelle novità, ma ponderano, immagazzinano e rielaborano... e proprio per questo riescono a mantenersi sempre inconfondibili, qualsiasi siano i generi o le etichette che gli si vogliano affibbiare.
     
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    appendice bonus disc:

    Mk 1
    : è il vortice che ingoia l'echeggiare di Videotape, fungendo da concept a questa fase che Completa il primo disco.

    Down Is The New Up: il ritmo è il suo punto forte, atmosfera notturna da lounge, voci che si mischiano tra i canali.. ottima funzione degli archi che crescono ed esauriscono in pochi ma significativi secondi... finale dalla tonalità atipicissima, nemmeno classificabile da falsetto..

    Go Slowly: e se questa è una Bsides... abbiamo un altra prova di quanto il disco sia straordinario. Arrangiamento minimalista tastiera/hammond, voce tenuemente echizzata.Entra decisa l'acustica a sostenere Tom. Sarebbe stata una delle tracce di punta in un disco come Hail To The Thief.. eterea così come ci abbandona...

    Mk 2: un intermezzo con l' Doepfer A100. Se l'ascoltate al contrario, è anche più bella di così :) ha un non so che di celestiale...

    Last Flowers: asciutta composizione Piano/Acustica (prima da un canale ,poi dall'altro), che fa della semplicità la sua miglior caratteristica, nel finale è una bella sensazione avvertir le chitarre non all'unisono..

    Up On The Ladder: grande groove sopratutto nell'intro, giro di synt bass perfetto nel contesto, in Amnesiac ci sarebbe stata benissimo. Prevedo sarà la più gettonata per i remix di rito.. (contiene una discreta dose di :perv: )

    Bangers & Mash: han fatto un bel pezzo con due discreti riff e un sound dancereccio, filtrato ad una certa attitude acida che sa quasi di band elettronica.

    4 Minute Warning: l'esperimento. Nei primi secondi t'aspetti di tutto tranne quello che si avvicina all'udito, folk dal sapore molto anni 60, con tanto di tamburrello :lol: e un uso raffinato dei cori..

    pareri?
    preferita?
    qualcuna l'avreste vista nel disco?
    mi/vi fate il piacere di ascoltarvele in cuffia?
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    Ok mi faccio massacrare: Bangers & Mash al posto di Bodysnatcher. Up on the ladder magari con un finale più curato al posto di House of cards e 4 minute warning al posto di Nude. Per il resto stiamo a posto.
    Comunque le mie preferite della seconda parte sono
    Go slowly
    Up on the ladder
    4 minute warning.
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