CANNIBAL CORPSE - Eaten Back to Life

l'esordio

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  1. .Dave
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    Shredded Humans
    Edible Autopsy
    Put Them To Death
    Mangled
    Scattered Remains, Splattered Brains
    Born In A Casket
    Rotting Head
    The Undead Will Feast
    Bloody Chunks
    A Skull Full Of Maggots
    Buried In The Backyard



    Considerando che negli anni novanta uscirono altri capolavori, che cercarono di discostarsi ad un certo tipo di death metal puro, introducendo nel loro sound il thrash metal, questo "Eaten Back To Life" assieme ad altri gioielli (come non ricordare i Deicide e i Morbid Angel?), rappresenta uno dei tanti (o pochi?) debut che rimane assestato nel death metal classico. E bisogna comunque fare attenzione: in questo primo disco la band ha forti influenze thrash, soprattutto debitrici agli Slayer, nei momenti più "lenti". C'è differenza quindi tra "influenza" e "innovazione". La formazione a quei tempi era formata da Chris Barnes alla voce, Bob Rusay/Jack Owen alle chitarre, Alex Webster al basso e Paul alla batteria. Ecco la prima scheggia thrasheggiante: "Shredded Humans": è un sound molto secco e preciso quello dei Cannibal Corpse degli esordi, con veloci rasoiate (Bloody Chunks, Put Them To Death) ed episodi più ragionati come "Scattered Remains, Splattered Brains" che inizia con un bell riff classico per poi sfociare nella "solita" tortura percussionistica (bellissimo il riff tra l'altro).
    L'esordio dei CC è anche il disco dell'immortale "Born In A Casket" e dell'inno "A Skull Full Of Maggots". A dar maggiore forza al disco, ci pensano gli ospiti Glen Benton dei Deicide e Francis Howard degli Incubus, sia in "Mangled" che nella sopracitata. "Mangled" rappresenta e racchiude un pò tutte le sonorità tipiche di questo disco.
    Il drumming forsennato di Paul accompagnato sempre da giri di chitarra nuovi, uno dentro l'altro, come fossero cerchi concentrici. E' un disco che lascia spazio a tutto, ma che mette in risalto maggiormente il lavoro alla batteria di questo ragazzo, che nel corso della sua carriera non farà altro che stupirci, scrivendo anche canzoni per la band dal tiro micidiale. A chiudere questo bel debut, ci pensa la slayeriana "Buried In The Backyard", che per dei buoni due minuti, è tutta strumentale, poi si lancia a capofitto verso intricate trame chitarristiche.
    Non temete se la recensione sia piccola, a parte che nummenepòffregàddemeno, ma alla fine ci troviamo dinanzi un disco classico, death metal classico, le sonorità sono quelle: qualche appiglio thrash anni '80, frenesia ritmica a non finire (e poi quando c'è uno che si chiama Jack Owen alla chitarra che vi aspettate?) e voci non ancora troppo brutali come ci si aspetta da un disco che .. oggi definiscono brutal, ma che è tutto tranne quella inutile etichetta.

     
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  2. JØHN
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    non l'ho mai sentito. me lo consigli?
    la recensione è ben fatta, solo l'inizio è un po nebuloso.
     
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  3. .Dave
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    mmm....io le sto facendo piano piano per completezza :D però non te lo consiglio.. :D
     
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  4. JØHN
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    CITAZIONE (.Dave @ 16/12/2007, 17:54)
    mmm....io le sto facendo piano piano per completezza :D però non te lo consiglio.. :D

    che bastardone . mi illudi e poi ...
     
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  5. .Dave
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    CITAZIONE (JØHN @ 16/12/2007, 18:11)
    CITAZIONE (.Dave @ 16/12/2007, 17:54)
    mmm....io le sto facendo piano piano per completezza :D però non te lo consiglio.. :D

    che bastardone . mi illudi e poi ...

    ok prendilo.che ti devo di...
     
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4 replies since 16/12/2007, 15:34   231 views
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