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Johnny Cash - American IV: The Man Comes Around
American Recordings/Universal
2002
Tracklist:
1. The Man Comes Around
2. Hurt
3. Give My Love To Rose
4. Bridge Over Troubled Water
5. I Hung My Head
6. First Time Ever I Saw Your Face
7. Personal Jesus
8. In My Life
9. Sam Hall
10. Danny Boy
11. Desperado
12. I'm So Lonesome I Could Cry
13. Tear Stained Letter
14. Streets Of Laredo
15. We'll Meet Again
Ci sono degli album che rappresentano qualcosa di più della semplice musica che portano incisi. Alcuni album sono talmente legati alla vita del loro autore da confondersi con essa stessa. E poco importante se i suddetti dischi siano per lo più dischi di cover, l’importante è ciò che rappresentano. The Man Comes Around è uno di questi lavori. Nonostante non sia l’ultimo album da studio di Mr. Johnny Cash incarna in toto l’epitaffio di una vita vissuta sempre al massimo, tra eccessi, cadute e risurrezioni.
Qua dentro possiamo ascoltare l’anima di Johnny Cash, a partire dall’opener, The Man Comes Around:Hear the trumpets hear the pipers one hundred million angels singing
Multitudes are marching to a big kettledrum
Voices calling and voices crying
Some are born and some are dying
Its alpha and omegas kingdom come
And the whirlwind is in the thorn trees
The virgins are all trimming their wicks
The whirlwind is in the thorn trees
It's hard for thee to kick against the pricks
Till Armageddon no shalom no shalom
Then the father hen will call his chicken's home
The wise man will bow down before the thorn and at his feet
They will cast the golden crowns
When the man comes around
Atto di fede verso qualcosa che ha sempre accompagnato il Man In Black lungo tutta la sua vita, la canzone è tratta da un sogno avuto anni prima dall’autore stesso e poi trasportato in musica.
Cash è sinonimo di classe allo stato puro capace di spaziare da un genere all’altro riuscendo a calzare a pennello ogni singola traccia, facendo sembrare le canzonI scritte da sé e per sé. In questo “giochino” un ruolo fondamentale è svolto anche da Rick Rubin, ottimo nell’amalgamare il tutto rendendo il lavoro il più omogeneo possibile.
Tutto il lavoro è un susseguirsi di piccoli bozzetti in cui saltuariamente fanno la loro discreta apparizione personaggi illustri. Da Fiona Apple in Bridge Over Troubled Water a Don Henley in Desperado, e questi sono solo i minori. In una versione da brividi di I’m So Lonesome I Could Cry la voce di Cash si incrocia a quella molto affine di Nick Cave, mentre in Personal Jesus (ebbene sì!!!) è John Frusciante a prestare la sua sei corde per una cover distante anni luce dall’originale, ma solo stilisticamente, la qualità rimane sempre la stessa.
Johnny Cash è fieramente consapevole che il momento di salutare questa vita è vicino, e molte canzoni rappresentano un testamento, una in particolare, In My Life (by The Beatles):There are places I'll remember
All my life
Though some have changed
Some forever
Not for better
Some have gone and some remain
All these places have their moments
With lovers and friends
I still can recall
Some are dead and some are living
In my life
I've loved them all
Come si è detto la fine è vicina, ma il vecchio leone trova ancora il tempo per piazzare un’ultima zampata. Stiamo parlando della cover di Hurt dei Nine Inch Nails, momento più alto toccato nell’album e tra i più alti dell’intera carriera di Cash. Tre minuti e trentotto secondi di brividi per polverizzare la versione di Trent Reznor. Tre minuti e trentotto secondi in cui a scorrerci davanti è una vita intera, una vita vissuta sempre al massimo, dalle amicizie con Bob Dylan e Elvis, dal divorzio e l’abuso di droghe fino a toccare il fondo dell’overdose. Poi la lenta risalita, con a fianco l’amore di una vita, June Carter. La donna senza la quale resisterà poco più di quattro mesi.I hurt myself today
To see if I still feel
I focus on the pain
The only thing that's real
The needle tears a hole
The old familiar sting
Try to kill it all away
But I remember everything
Tutto in poco più di tre minuti.
Topic Artista: Johnny Cash
Edited by =KG= - 9/10/2007, 22:17. -
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Johnny Cash, il cowboys tenebroso e bluesman oscuro, ha compiuto un percorso che, sotto alcuni aspetti, si avvicina a quello di altri maestri del rock come Nick Cave, Tom Waits, Jimi Hendrix o Jerry Lee Lewis. Mi riferisco a quella sottile patina che divide l'uomo dall'artista: tutti questi nomi (e tanti altri) hanno semplicemente portato in musica le passioni, i temi ed i problemi della loro vita, cercando di mettere in musica stati d'animo e voglia di ribellarsi dal cliches di un sistema che li intrappolava. Se qualcuno di voi ha visto il meraviglioso "Walk the Line", capisce di cosa parlo. In ogni caso Cash è stato un astro fondamentale del blues-folk-songwriting, una personalità complessa e tendenzialmente autodistruttiva, nera (sia per il colore dei vestiti, che per l'amarezza che trasude dalle sue canzoni), diretta a continuare la sua vita senza mai fermarsi. Un maestro che ha dato tanto al rock ed ha avuto le sue soddisfazioni meritatissime, per la sua voce, la sua chitarra, il suo modus agendi così distante da uno come Elvis, seppure fosse suo amico e abbia suonato con lui nel Million Dollar Quartet.
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Neuros.
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Maestro.
Come al solito Hurt...Fa male. -
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Mi accodo a Sga nel consiglio di visionare Walk The Line, film stupendo sulla prima parte della vita dell'Uomo In Nero. Tra l'altro grande interpretazione dell'attore che interpreta Cash (di cui non mi ciene il nome!) che canta ogni canzone!
Per quanto riguarda Hurt concordo in pieno con Simo. Io addirittura la preferisco alla versione dei Nine Inch Nails.. -
.CITAZIONE (=KG= @ 9/10/2007, 20:26)Mi accodo a Sga nel consiglio di visionare Walk The Line, film stupendo sulla prima parte della vita dell'Uomo In Nero. Tra l'altro grande interpretazione dell'attore che interpreta Cash (di cui non mi ciene il nome!) che canta ogni canzone!
Joaquin Phoenix (parli con uno che lo adora), mentre June Carter è interpretata dalla meravigliosa e fenomenale Reese Wintherspoon.
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.CITAZIONE (=KG= @ 9/10/2007, 20:26)Per quanto riguarda Hurt concordo in pieno con Simo. Io addirittura la preferisco alla versione dei Nine Inch Nails.
Concordo. Mi risulta difficilissimo dirlo dato che i NIN sono tra i miei gruppi preferiti di sempre, però è così. Più sofferta, incisiva. Emozionante.
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.CITAZIONE (Alphadj @ 10/10/2007, 14:23)CITAZIONE (=KG= @ 9/10/2007, 20:26)Per quanto riguarda Hurt concordo in pieno con Simo. Io addirittura la preferisco alla versione dei Nine Inch Nails.
Concordo. Mi risulta difficilissimo dirlo dato che i NIN sono tra i miei gruppi preferiti di sempre, però è così. Più sofferta, incisiva. Emozionante.
E poi fa paura quanto calzi perfettamente a pennello all'uomo Johnny Cash.. -
minister of r'n'r.
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premetto che non conosco tutta la discografia sterminata di questo artista immenso, ma allo stesso tempo conosco tutta questa saga nata dalla collaborazione di un'allura lungimirante rick rubin, che portò a nuova vita cash con una serie di dischi, che forse raggiunge proprio l'apice in questa quarto episodio (validissimi anche quelli postumi). qui il dolore raggiunge massimi picchi, forse perchè durante le session, se non erro cash perse la moglie e l'artista mostra tutta la sua decadenza in queste tracce. la cover di "hurt" è qualcosa di unico, come come quella di "personal jesus" , impreziosita dal tocco acustico di frusciante, che produsse la sua parte senza nemmeno mai incontrare cash (se non ricordo male". "desperado" ci fa attraversare le strade deserte dell'america e "in my life", è un dignitoso affronto di chi come lui ha scritto la storia...una piccola gemma nel panorama musicale moderno .