CHIMAIRA - Resurrection

The return of Aficionados

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  1. Neurosjb
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    CHIMAIRA - Ressurection (2007)
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    TRACKLIST :

    1.Resurrection (4:37)
    2.Pleasure In Pain (3:04)
    3.Worthless (3:44)
    4.Six (9:44)
    5.No Reason To Live (3:44)
    6.Killing The Beast (3:47)
    7.The Flame (5:23)
    8.End It All (4:21)
    9.Black Heart (4:33)
    10.Needle (3:08)
    11.Empire (5:38)
    12.Kingdom of Heartache (Bonus Track) (4:11)
    13.Paralyzed (Bonus Track) (3:06)

    Line-up:
    Mark Hunter - Vocals
    Matt DeVries - Rhythm Guitar
    Rob Arnold - Lead Guitar
    Jim LaMarca - Bass
    Chris Spicuzza - Keyboards, Backup Vocals
    Andols Herrick - Drums

    Difficile vivere con un fardello (gioiello -per il sottoscritto-) come The Impossibilty Of Reason sulle spalle...Se poi il tuo nome è quello dei Chimaira, una delle realtà più affermate del panorma metal statunitense e non, allora le faccende si complicano...Proprio per loro venne coniato il termino New Wave Of American Heavy Metal, paragonando (esagerando?) il nuovo movimento con le ben più affermate correnti Britannica (NWOBHM) e Svedese (NWOSDM)...Sta di fatto che hanno contribuito insieme a band come Undying, Shadows Fall, Killswitch Engage alla nascita di una fenomeno musicale sicuramente d'impatto e presa, forte della tecnica del metal e l'impatto dell hardcore più ferale, ma con il tempo inflazionato dalla miriade di band vogliose di fama, ma con scaristà di idee, furbe però a entrare in gioco ancora quando il "piatto è caldo", come avvenne anni prima con l'esplosione del Nu-Metal, grazie al quale le tasche di numerose band sono andate a rimpiersi anche solo con l'uscita di un album...
    Ed è sopratutto per questo, che le band madri del genere hanno deciso di esplorare nuove strade, per non rimanere invischiati...Ecco così che i Chimaira osano, prima con album forse acerbo, ma che già mostrava il nuovo percorso della band, come Chimaira (2005), dove la componente core veniva meno, a favore di virtuosismi di chiara matrice svedese e un impatto di derivazione brutal..Sparirono però anche gli inserti elettronici (samples e keys) di Chris Spicuzza, vera arma in più della band, sotterrata sotto l'incedere delle chitarre...
    Ma in Resurrection la band trova la quadratura del cerchio : ecco che ritornano le keys e l atmosfera a tratti si fa gelida e inquietante come nella track Empire, dove le clean vocals danno un tocco epico davvero emozionante..Le song si fanno complesse e fantasiose come la lunga Six dove l elettronica si sposa con sfuriate di death svedese (Dark Tranquillity in primis) ma anche con un flavour post-trash e cyber che tanto deve al sound di band come Meshuggah e Fear Factory...Non mancano gli arpeggi acustici (ottimi quelli in No Reason To Live) sparsi qua e là per il disco memori dei risultati stupefacenti ottenuti su T.I.O.R.
    e bordate accennate di brutal made in U.S.A. (Suffocation, Misery Signals, Misery Index in primis)...è tornato Andols Herrick detro il drum-set e il sound ne guadagna in ritmo e cambi di tempo...Prova maiuscola...e l'asfissia è comunque dietro l angolo, come ben evidenziano i rallentamenti in The Kingdom Of Heartache...
    Un ritorno in gran spolvero quindi, per una band che ha cercato sempre di distinguersi e cercare nuove vie, rischiando quindi, ma con l esperienza maturata riesce ad imporsi : Resurrection ne è la prova...(P.s. peccato per la cover-album, a mio parere davvero orrenda)
    Cheers, Neurosjb
     
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  2. John!
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    complimenti, simone.
    ero interessato all'argomento.
    amo sta band, ma non possiedo il nuovo disco..per ora. bella recensione, molto chirara.
     
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  3. Modicarcass Of Death™
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    concordo pienissimamente con neurosjb

    SPOILER (click to view)
    ....gliel'ho segnalato io ieri sera che era da ascoltare sto disco......:P


    Già dall'opener Resurrection si sente che l'aria è cambiata in maniera molto drastica, e si parte con una vera fiammata...con un Andols Herrick davvero rinato e che dà il 110% di se stesso.......poi il ritorno dei synth glaciali di stampo demanufacture-iano che tanto avevano contraddistinto gli stupendi esordi, con degli assoli ben piazzati, dei riff belli potenti che ben strizzano l'occhio all'extreme metal di stampo U.S.A.
    Posso tranquillamente affermare che i Chimaira son ritornati.
    E con un ottimo disco anche.
     
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    L'ho ascoltato, perchè non si sa mai nella vita, ma il disco mi è sembrato tale e quale agli altri, solite cose metalcore
    (ah, io parto decisamente diffidente verso tutti questi nuovi gruppi pseudo extreme metal, non ci posso fare niente)
     
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3 replies since 19/1/2007, 13:15   161 views
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